Barelle e caos, pazienti che protestano, sindacati che accusano il manager di mancanza di dialogo, personale che non c’è e primari sul punto di gettare la spugna. È il Cardarelli, ma non solo lui, sull’orlo del baratro. Partiamo proprio dall’ospedale delle contraddizioni, dove le numerose eccellenze se la devono vedere con una quotidianità sempre più pesante. Succede che mentre il direttore annuncia per stamattina l’entrata in funzione della «prima area completamente ristrutturata del pron- to soccorso» grazie ai «nuovi spazi di circa 200 mq dedicati a pretria getriage e all’attesa dei codici di minore gravità», ecco che il 118 lancia l’allarme: «Ci comunicano ogni giorno di posti letto esauriti,
ma i pazienti dove devono anda- re?». Già, perché è prassi ormai
leggere le comunicazioni spedite
dal Cardarelli al 118 con richiesta
di non trasferire pazienti se non
per comprovata esigenza.
Adesso, da tre giorni a questa
parte, la situazione si è complica-
ta perché anche da altri presìdi
(con i pochi pronto soccorso rima-
sti) stanno arrivando appelli al 118.
Di tenore analogo. Vediamo.
Dal Fatebenefratelli due comu-
nicati dell’altroieri (ma ieri il co-
pione si è ripetuto ancora) alla
Centrale operativa territoriale
(Cot). Il primo, delle 4,25,: “Totale
assenza posti letto in tutto l’ospe-
dale, impossibilità di effettuare ri-
coveri in barella. Pazienti fermi in
pronto soccorso. Situazione criti-
ca”. Poi, quattro ore dopo alle 8,41,
a ribadire l’allarme,: “…paziente
in codice rosso fermo da ore in p.s.
Situazione critica”.
Dal Cto, stessa situazione: “Si co-
munica assenza di barelle in ps”.
Da Villa Betania, alle 3,05: “impos-
sibilità a togliere i pazienti dalle
barelle per presenza di ricoveri
che occupano tutte le postazioni”.
E infine, dal Pellegrini, alle 10,33:
“Ps in overbooking per iperafflus-
so di pazienti. Tutte le postazioni
per l’ossigeno sono occupate. Il co-
dice rosso è occupato. La contu-
macia è occupata da paziente Co-
vid”.
Che dire? Resta da registrare so-
lo la realtà. Amara. Gli unici pre-
sìdi ancora in grado di fornire assi-
stenza in emergenza sono il San
Paolo di Fuorigrotta dove peraltro
è stata chiusa la Rianimazione per
lavori con i pazienti da trasferire
altrove e l’Ospedale del Mare che
pure è in affanno ma che si affida
a semplici comunicazioni telefoni-
che. «Di che ci si meraviglia, – os-
serva un medico – Se mancano
all’appello pronto soccorso come
quelli del Loreto Mare e del San
Giovanni Bosco che registravano
oltre 70 mila accessi l’anno il pri-
mo e più di 50mila il secondo, è
scontato il corto circuito. Che non
dipende soltanto dal periodo in-
vernale, ma dallo squilibrio tra ri-
chiesta di assistenza e capacità di
risposta».
E ora torniamo al Cardarelli, do-
ve la primaria Fiorella Paladino
starebbe per andare in pensione.
La ragione dell’anticipo (potreb-
be, a richiesta, restare altri tre an-
ni), è in una chat interna (legitti-
mamente riservata) dove ricorda
di avere molte ferie arretrate e
che sicuramente resterà in servi-
zio per tutto febbraio.
Il direttore generale conferma,
mentre i sindacati si rivelano divi-
si. La Cgil, sul Cardarelli, intanto
punta l’indice sulla mancanza di
dialogo e su un “Atto aziendale”
non comunicato in tempi ragione-
voli, mentre l’Arooi (anestesisti)
condivide la presa di posizione sul-
la carenza di concertazione con il
manager, ma promuove “l’atto
aziendale” appena mandato in Re-
gione. E il direttore generale? Re-
plica con i direttori sanitario e am-
ministrativo: «Dialogo avviato dal-
lo scorso agosto. In poco più di cin-
que mesi abbiamo realizzato 5 in-
contri con le rappresentanze sin-
dacali per discutere di aumento
della qualità assistenziale e valo-
rizzazione dei lavoratori più meri-
tevoli».