Secondo i tecnici di Palazzo San Giacomo – ne sono in giacenza almeno 40-45mila. Se si considera che sui circa 800mila napoletani aventi diritti al voto, alle amministrative in media vanno 450mila, significa che il 10%, vale a dire 45mila elettori, non sono in regola. Nel senso che si potrebbero presentare alle urne e non sapere nemmeno che non c’è più spazio sulla loro tessera elettorale o che è scaduta. Peggio, per chi se ne dovesse accorgere, potrebbe essere questo un incentivo a non andare proprio a votare ed approfittare della domenica per andare al mare, il meteo al riguardo sembra abbastanza favorevole.
Due sono le implicazioni che porta questo dato delle tessere elettorali in giacenza: una di ordine politico, vale a dire l’impatto che ci potrebbe essere sull’astensionismo che, comunque, negli ultimi anni è stato già molto elevato. E un’altra di ordine tecnico, la domanda è: se si presentassero queste 45mila persone agli sportelli del Comune per reclamare una nuova tessera elettorale per esercitare il loro diritto al voto, Palazzo San Giacomo sarebbe in grado di soddisfare una simile massa di persone?Iniziamo dalla politica. Cinque anni fa a maggio 2011 i napoletani aventi diritto al voto erano 812mila e il 60,33% si presentò alle urne facendo registrare un astensionismo del 40%. Gli aventi diritto dovrebbero essere gli stessi – più o meno – il 5 giugno, con però l’interrogativo dei 45mila senza tessera elettorale che farebbe scendere da 450mila a poco meno di 400mila il corpo elettorale. Non è finita qui, di mezzo c’è il ponte del 2 giugno che certamente inciderà sulla partecipazione al voto e come se non bastasse nel 2011 si votava sui due giorni, il 15 e il 16 maggio, oggi solo domenica.
Nella sostanza, la percentuale dei votanti potrebbe scenderebbe dal 60% al 55-57%. Insomma, la sensazione che potrebbero esserci meno elettori del 2011 è netta, suffragata da dati oggettivi come appunto il ponte per la festa della Repubblica e che si vota in un solo girono invece che in due. Variabili che potrebbero sconvolgere le previsioni dei tanti sondaggisti che si sono cimentati nell’analizzare la contesa napoletana. Chi si avvantaggerebbe di un astensionismo superiore al 60%? Secondo osservatori più o meno neutrali, a poche ore dall’apertura delle urne, un simile scenario avvantaggerebbe – con ogni probabilità – chi sarebbe in vantaggio a oggi tra i quattro principali competitors: il sindaco ricandidato Luigi de Magistris, Gianni Lettieri candidato civico appoggiato da Forza Italia, Valeria Valente candidata del Pd e del centrosinistra e il pentastellato Matteo Brambilla. Per avere un’idea ancora più chiara di cosa rappresentano 45mila voti – quelli che sono in bilico – basta pensare che in termini percentuali varrebbero 4-5 punti: sufficienti per andare al ballottaggio per chi è indietro e sufficienti per chiudere la partita al primo turno per chi invece è avanti. (FONTE: IL MATTINO)