I presidi: ogni istituto deve avere un referente Covid per informare le famiglie e gestire la sorveglianza degli alunni. C’era una volta ¡I medico scolastico, una figura che, ¡n tempi di Covid-19, i presidi italiani, rappresentati dall’Anp, hanno richiesto da settimane. «Servirebbe» e «non è detto vada previsto in ogni scuola ma – spiega il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – potrebbe essere inserito per un gruppo di plessi scolastici, una figura, scomparsa una volta terminata l’emergenza delle grandi malattie, che si potrebbe ripristinare anche temporaneamente». Insomma, un professionista che conosca il quadro epidemiológico delle scuole che segue, cosi come il vecchio medico scolastico si occupava di controllare le vaccinazioni e testare, attraverso verifiche costanti, l’esistenza o meno di infezioni nella comunità scolastica. Su questo fronte, però, non è stata presa una decisione, ma di certo ogni scuola avrà da quest’anno un referente Covid. Si tratta di una figura nuova, interna all’istituto – può essere lo stesso preside, un docente o anche personale Ata -, che non avrà competenze di tipo medico o paramedico ma di tipo comunicativo e rappresenterà l’anello di congiungimento tra la scuola e l’AsI competente. Cosa farà? Dovrà promuovere azioni di informazione al perso nale e alle famiglie, ricevere segnalazioni nel caso in cui risultassero contatti stretti con un caso di Covid e trasmetterle alla Asl di zona, concertare una sorveglianza degli alunni con fragilità, dalle disabilita alle malattie croniche. L’Anp ha messo a punto un vademécum. «È un incarico di relazione e comunicazione, di interfaccia con la Asl chea sua volta deve individuare figure che devono rapportarsi con la scuola – spiega ancora Giannelli -. Questo per facilitare lo scambio di informazioni se, per esempio, vanno effettuate analisi epidemiologiche nel caso in cui sia stato individuato un positivo a scuola». Nel vademécum l’Anp consiglia di designare almeno due figure per plesso, così da prevedere un sostituto ed evitare interruzioni delle procedure in caso di assenza. Indispensabile una formazione ad hoc: il referente Covid dovrà essere formato sugli aspetti di trasmissione del Coronavirus, sui protocolli di prevenzione e controllo in ambito scolastico e sulle procedure di gestione dei casi Covid sospetti o confermati. Da inizio mese il ministero dell’Istruzione ha lanciato sul suo sito un percorso formativo rivolto a insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire i possibili casi di Covid nelle scuole. La formazione viene proposta attraverso un corso gratuito che sarà disponibile on line e in modalità asincrona fino al 15 dicembre. Il primo corso verterà proprio sull’utilizzo di tutti gli elementi per monitorare, gestire e comunicare la presenza di sospetti casi Covid negli istituti. Da quest’anno, poi, ci sarà la possibilità di accedere a un servizio di sostegno psicologico per risponder e a situazioni di insicurezza, stress, ansia e timore di contagio generate dall’epidemia. La proposta del ripristino del medico scolastico ha riscontrato il favore dei pediatri con Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, secondo cui «l’educazione e la cultura sanitaria nelle scuole è fonda mentale. Il medico scolastico ne sarebbe tutore e garante». La riapertura delle scuole avverrà in date e modalità diverse da regione a regione, da città a città e persino da istituto a istituto. La data generale è il 14 settembre, ma i ragazzi della Provincia di Bolzano torneranno in classe già oggi; il Friuli aprirà i plessi il 16 settembre, la Sardegna il 22 settembre, la Puglia, la Calabria, la Basilicata e l’Abruzzo, invece, il 24 settembre, dopo il referendum. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha provato ad andare oltre le polemiche di questi giorni: «Ripartire sarà un’emozione- ha detto in un’intervista -. Abbiamo lavorato tutta l’estate per ridurre al minimo i rischi di contagio, ma è evidente che la scuola non è un posto fatato, non è un luogo asettico e incontaminato dove c’è il rischio zero. Ci siamo preparati per avere un protocollo e delle regoie che dicono alle scuole cosa si fa se c’è un contagiato, Continua lo screening Docenti in fila a Napoli Sono già partiti in molti territori i test sierologici volontari per il personale scolastico. Ieri a Napoli, insegnanti e bidelli in fila nelle strutture predisposte a questa operazione. I primi risultati sembrano abbastanza confortanti; in Abruzzo 49 positivi su 4.439 mascherina Indossata in movimento A sedere si può togliere Saranno distribuite 11 milioni di mascherine al giorno, insieme al gel igienizzante. La protezione va indossata dagli alunni (dai 6 anni in su) in ingresso e in uscita, nonché quando lo studente si muove in classe e nei corridoi. Se è seduto e c’è il metro di distanza, può toglierla Capienza all’80% Ma mancano i bus I bus potranno avere una capienza massima dell’80%, che sale al 100% in caso di pullman scolastici con percorsi inferiori ai 15 minuti. È il compromesso trovato nei giorni scorsi dal governo con le Regioni, e che rende necessario comunque un potenziamento del servizio. Febbre da misurare È compito dei genitoi I genitori dovranno misurare la febbre ai propri figli tutte le mattine prima di mandarti o accompagnarli a scuola. Se l’alunno ha 37,5° o più, deve rima nere a casa. Alcuni Comuni, come Roma, Milano e Bologna, hanno comunque deciso di dotare nidi e materne