È la “Chiesa del fare” quella che è stata celebrata – e riconosciuta – in occasione della nomina di Domenico Battaglia a cardinale, ieri pomeriggio nella basilica vaticana, con l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del titolo cardinalizio. La “Chiesa del fare”, dunque, quella che si occupa di assistere i più fragili, stare accanto ai giovani, tendere una mano a chiunque si trovi in una condizione di difficoltà. Una vicinanza e una solidarietà che non si esprimono solo offrendo un contributo economico ma anche, e soprattutto, cercando di esserci là dove esistono situazione di solitudine, emarginazione ed esclusione sociale. Tra le priorità di don Mimmo, prete di strada, noto per la sua solida spiritualità e l’ancoraggio alla radicalità del Vangelo, ci sono i bambini, quelli che vivono nelle periferie più degradate, ad alto tasso di criminalità, dove i volontari – tenendo fede ai principi sanciti nel Patto educativo voluto con forza da Battaglia – lavorano quotidianamente per la causa organizzando – tra l’altro – i doposcuola dove, oltre agli insegnamenti scolastici, si educa alla non violenza, al rispetto delle regole e alla legalità.