E luce fu: come a esorcizzare la pandemia, tutto brilla sulla passerella di Dolce e Gabbana, che
non a caso hanno chiamato ‘light’ la loro collezione per la
prossima estate, che sara’ ad alto tasso di seduzione. “Dopo il
buio totale per noi sono tornati la luce, il glamour, l’allegria
e la famiglia, valori che per noi sono sempre stati importanti e
di cui oggi piu’ che mai – dicono i due stilisti – sentiamo
l’esigenza, anche se abbiamo cercato di mollare il meno
possibile, non ci siamo mai arresi alla pandemia. Era anche un
modo per curarsi, perche’ se ci facevamo prendere dalla
depressione – scherzano – poi dovevamo portare l’azienda dallo
psicologo “.
“Scaramanticamente – spiegano ancora Stefano Gabbana e
Domenico Dolce – abbiamo cancellato il buio. Ci siamo chiusi per
mesi in casa, come agli arresti domiciliari, ora ci vuole la
luce per tornare a vivere e divertirsi in modo positivo e
diverso da prima, perche’ dopo la pandemia c’e’ l’idea che fare
una festa sia una gioia perche’ permette di stare insieme”.
Per tornare alla vita serve “un raggio di luce fortissimo” e
Dolce e Gabbana lo hanno trovato guardando agli anni 2000:
“allora arrivavamo da un momento molto buio, quello del
minimalismo, che per noi – raccontano oggi – era un annientare
la femminilita’ , un toglierle il piacere di esprimersi”. Se nel
2000 erano stanchi di quell’estetica, ora sanno che quello da
cui si esce e’ un buio diverso, ma forse i due periodi hanno
qualcosa in comune se i capi di quel periodo vanno a ruba –
raccontano – nei negozi vintage. E allora sono diamanti e pietre
ad accendere ogni capo, dai pantaloni con le stringhe, il
reggiseno e la gonna-cintura con la fibbia che sono una
riedizione dei cult di 20 anni fa, alle T-shirt omaggio a J Lo,
che ricambia il pensiero vestendo Dolce e Gabbana all’evento di
beneficenza ‘Global citizen live’ da lei organizzato a New York.
E poi ci sono i pantaloni militari e quelli skinny pensati per i
ragazzi di oggi, che amano “tutto e il contrario di tutto”. E
ancora i costumi da bagno scintillanti e “super erotici” portati
con l’intimo di pizzo, “nuovo oggetto di piacere come il body
degli anni 80”. La lingerie viene svelata anche dalla T-shirt
con i buchi, ma anche quando il look vira allo street tutto e’
portato con stivali altissimi e tacchi a spillo, all’insegna di
una femminilita’ estrema e super sexy che “non e’ una nudita’
volgare o sporca – precisano gli stilisti – ma un gioco”. E sono
abiti guepiere con le stringhe, tubini mini di frange
luccicanti, vestiti a fiori, capi aderentissimi meta’ animalier
luccicante e meta’ pizzo nero. E ancora bluse di broccato con
spalle ingigantite, gonne minuscole, jeans e cargo incrostati di
pietre colorate. Se la colonna sonora – ‘Black legend’ di Barry
White – guarda ancora ai 2000, il finale e’ un tuffo nel futuro:
a uscire in passerella non sono gli stilisti, ma i loro
ologrammi. Perche’ “i 2000 sono un bellissimo ricordo e un punto
di partenza ma noi – dicono – vogliamo andare avanti”.
E guardare al futuro con ottimismo: “nell’ultimo anno siamo
cresciuti, abbiamo visto che e’ scesa l’eta’ media degli
acquirenti: i giovani iniziano a rientrare sul mercato, da
quando abbiamo riaperto abbiamo visto che c’e’ interesse per
l’abito e per il bello e gli ultimi sei mesi – concludono – sono
stati positivi”.