di Laura Caico
Pizze, disciplinari e fantasia. La presentazione del libro “La pizza napoletana tra creatività e tradizione” avvenuta al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo a Napoli ha attirato una folla di aficionados del “cibo più amato al mondo”, addetti al settore, esperti gastronomi ed estimatori di Diego Vitagliano, un pizzaiolo al vertice di importanti classifiche mondiali (n.1 50 Top Pizza Italia 2023, 2024 e 2025, n. 1 50 Top Pizza World 2024 e n. 2 50 Top Pizza World 2025, Tre Spicchi Gambero Rosso dal 2021, Premio Speciale ‘I Maestri dell’Impasto Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso 2022, Premio ‘Miglior servizio di sala’, per citare solo i più recenti riconoscimenti)che ne hanno individuato l’esplosivo talento che gli ha permesso di emergere in un campo professionale già affollato da eccellenti presenze. Sua maestà la pizza napoletana, in pole position sul podio anche dei cibi più buoni a livello planetario, è la protagonista di questo interessante volume – pubblicato da Italian Gourmet sotto la responsabilità editoriale di Antonella Provetti, con testi di Valeria Maffei e con le fantastiche fotografie di Alessandra Farinelli – che vanta ben due prefazioni, quella della founder di Food Confidential Nerina Di Nunzio (ufficio stampa e pr di Diego Vitagliano dal 2018) e quella del noto scrittore e gastronomo Luciano Pignataro che ha brillantemente moderato l’evento, invitando a interloquire illustri esponenti del settore, tra cui Enzo Coccia titolare dell’accorsata pizzeria de “La Notizia” a via Caravaggio, Vincenzo Esposito di “Carminiello” a Secondigliano e molti altri intenditori e amici di Vitagliano.
I cultori della pizza sanno bene come sia importante, ai fini della realizzazione di un prodotto di grande qualità, il rispetto delle regole esecutive raccolte nel disciplinare dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, che prevedono la preparazione di un rotondo disco dai bordi sollevati, cotto a giusta temperatura in forni a legna ma Vitagliano aggiunge quel “quid” che fa la differenza e rende le sue pizze eccezionali, dalla Margherinara alla Montanara Genovese, dalla Quattro Casi Campani con impasto croccante alla Marinara sbagliata, dall’Abbra-Ciami alla “Rustichella”: e che dire poi della trasposizione dei sapori più iconici della cucina partenopea sui suoi fragranti dischi, soffici come nuvole? Nelle sue tre pizzerie fra Napoli e Pozzuoli ( in Via Santa Lucia, 78 , in Via Nuova Agnano 1 a Bagnoli e a Pozzuoli) si può infatti apprezzare il gusto del ragù “pippiato” almeno 8 ore e della genovese a “manto di monaco”, oltre a deliziarsi con stuzzicanti golosità come la Frittatina aglio e olio e quella con gli spaghetti alla Nerano , appartenenti alla vasta categoria di antipasti e fritti elencati nel menu.
Tra le frecce migliori scoccate dal suo arco, anche la produzione di impasti alternativi, tra cui una pizza senza glutine (preparata e cotta in ambienti dedicati, lontano da qualsiasi contaminazione con le farine proibite ai celiaci) e varianti come la “Croccante”, su cui ogni tipo di topping trova il suo perché: Vitagliano è un precursore, un maestro che può insegnare qualcosa di diverso ai giovanissimi adepti della categoria, affinchè esaltino il valore della pizza attraverso ricerche accurate come quelle che l’hanno portato ad utilizzare la biga o il prefermento del poolish, (abitualmente adoperati dai panificatori) per conferire alla pizza buona alveolatura, crescita, alta digeribilità e profumi e a disciplinare la catena del freddo per non alterarne la conservazione.
Altro dato positivo di questo giovane Diego ( che già nel nome e nel numero 10 apposto ai suoi locali si unisce ad un altro mito sempre vivo in terra di Partenope) è la ricerca di abbinamento fra pizze e vini che richiede in sala la presenza fissa di un sommelier per coniugare al meglio le due eccellenze forse più rappresentative del territorio: anche il ricevimento della clientela, l’attenzione alle varie esigenze e la cura di ogni tavolo attesta lo spiccato senso di accoglienza che rende le sue pizzerie delle location di alto livello e una serata “chez lui” un’esperienza multisensoriale da non perdere.