Puo’ essere causata dai piu’ comuni batteri presenti nell’acqua e nel cibo, ed e’ spesso collegata
alla scarsa igiene dei ristoranti locali: e’ la diarrea del viaggiatore, disturbo che puo’ colpire, secondo le stime, tra il
30 e 70% di chi si trova a viaggiare in estate o nei paesi caldi, come precisano i Centers for disease control (Cdc) di Atlanta. Le destinazioni piu’ a rischio, da questo punto di vista, sono Asia, Medio Oriente, Africa, Messico, Centro e Sudamerica, mentre sono a rischio intermedio l’Europa dell’Est, il Sudafrica e alcune isole caraibiche, e a basso rischio Usa, Canada, Australia, Nuova Zelanza, Giappone, Europa settentrionale e occidentale. Esistono pero’ delle misure, dicono i Cdc, con cui si puo’ ridurre il rischio di incappare in questo disturbo che puo’ anche rovinare la vacanza. Gli adulti (ma non le donne incinte e i bambini sotto i 3 anni) possono prendere un farmaco anti-acido, come il bismuto subsalicilato, con due compresse quattro volte al giorno, per ridurre l’incidenza della diarrea fino della meta’. E’ poi importante lavare spesso le mani con
acqua e sapone o disinfettanti per le mani dopo essere stati in
bagno e prima di mangiare. Il cibo va mangiato cotto e servito
caldo e la frutta e verdura lavate in acqua pulita o sbucciate
personalmente. No al cibo servito a temperatura ambiente o dai
venditori di strada, cosi’ come carne e pesce crudi o poco cotti.
Bere bottiglie d’acqua sigillate e usare ghiaccio fatto con
acqua imbottigliata o sterilizzata, mentre non va consumata
l’acqua del rubinetto. Se si inizia a stare male, e la diarrea e’
leggera, si possono usare farmaci da banco contro la diarrea
(loperamide) e bere molti liquidi. Se diventa piu’ forte, si
possono prendere in farmacia dei sali per reidratare e magari un
antibiotico, se il medico l’ha prescritto. Se diventa molto
forte, prendere gli antibiotici prescritti, farmaci da banco per
gestire i sintomi, mantenersi idrati, andare in un centro medico
se non si riescono a tollerare fluidi o si hanno segni di
disidratazione, soprattutto nei bambini.