La demenza puo’ colpire anche i giovani tra 30-64 anni, si stima siano 13 su 100.000 individui i
nuovi casi annui di demenza precoce in questa fascia di eta’ , per
un totale di 74 casi su 100.000.
È la stima che emerge da un lavoro dell’Universita’ di Modena
e Reggio Emilia (Unimore) insieme con l’Azienda
Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell’Ospedale di Carpi
(Modena), pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia: The
Journal of Alzheimer’s Association.
Basato sulla casistica locale, lo studio ha pertanto
dimostrato che la demenza ad esordio precoce colpisce un numero
significativo di persone fra i 30 e 64 anni. I pazienti con
demenza ad esordio precoce spesso presentano sintomi peculiari e
atipici che possono rendere piu’ difficile una corretta e
tempestiva diagnosi.
“Questo studio – commenta Giovanna Zamboni di Unimore –
mostra quanto siano effettivamente frequenti forme di demenza
troppo spesso ignorate, che colpiscono persone giovani ed ancora
attive. Sapere quante persone ne siano colpite rappresenta il
primo passo per aumentare consapevolezza fra i medici stessi,
affinche’ le persone affette vengano piu’ facilmente individuate
ed indirizzate a servizi specifici, si’ da essere supportate al
meglio ed in modo specifico. Inoltre, i pazienti con demenza
giovanile e le loro famiglie hanno bisogni diversi da quelli
degli anziani, hanno caratteristiche peculiari, e potenzialmente
potrebbero beneficiare al meglio di nuovi farmaci in via di
sperimentazione. Il nostro gruppo di ricerca di Neurologia
Cognitiva sta studiando in modo approfondito i bisogni dei
pazienti con demenza ad esordio precoce, cosi’ come le loro
peculiari caratteristiche cliniche e meccanismi neurali”.
Un’indagine di questo tipo potrebbe favorire l’individuazione
dei fattori di rischio ambientali e comportamentali delle
diverse forme di demenza giovanile, forse diversi da quelli
della piu’ comune forma di demenza dell’eta’ avanzata, conclude
Marco Vinceti di Unimore.