No alle vacanze in hotel “stile ospedale”, ma elevata sicurezza per viaggiatori, vacanzieri e
anche per i lavoratori al loro servizio. Ecco allora le distanze
che aumentano, la sanificazione che si affianca alla pulizia
approfondita, dispenser di gel igienizzanti, più servizio ai
tavoli o in camera, più pagamenti contactless. Gli alberghi si
preparano alla ripartenza nel modo più univoco possibile grazie
alla realizzazione del protocollo “Accoglienza sicura” stilato
da Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel
Confesercenti, che è stato inviato al governo e alle Regioni ed
è in attesa di validazione.
“Abbiamo lavorato – anticipa all’ANSA Alessandro Nucara,
direttore generale di Federalberghi – con l’obiettivo di
assicurare agli ospiti delle strutture ricettive il massimo
livello di protezione, senza per questo “ospedalizzare”
l’albergo. Abbiamo chiamato il protocollo “accoglienza sicura”
perché il turista che arriva in albergo deve poter beneficiare
del risultato (soggiornare in un ambiente sano e protetto) senza
modificare il ritmo della sua vacanza”.
“All’ospite – aggiunge Nucara – chiediamo di collaborare
facendo né più ne meno di quel che gli è richiesto di fare nella
sua vita quotidiana: lavarsi frequentemente le mani, mantenere
la distanza di un metro e, quando prescritto, indossare la
mascherina”.
Ecco alcuni esempi contenuti del protocollo relativi al
servizio alberghiero e divisi a seconda dei momenti clou della
permanenza di un ospite in albergo.
ALLA RECEPTION – Per ridurre le code i clienti saranno invitati
a inviare informazioni e copia del documento via e-mail, prima
di arrivare in albergo. “Saranno favoriti – spiega Nucara – i
pagamenti contactless e agli ospiti sarà suggerito di tenere la
chiave per tutta la durata del soggiorno. In prospettiva, sarà
accelerato il passaggio alle chiavi elettroniche e ai sistemi di
self check in”.
LA PULIZIA DELLE CAMERE – “Continuerà ad essere curata, come
sempre, da personale specializzato. Federalberghi – aggiunge –
ha messo a disposizione dei propri soci un manuale ad hoc e
video tutorial. La pulizia quotidiana sarà rafforzata, prestando
particolare attenzione agli oggetti che vengono in contatto con
l’ospite (interruttori, maniglie, telefono, telecomandi, etc.)”.
Inoltre la cameriera cambierà i guanti a ogni camera e
ovviamente la stanza sarà sanificata a ogni cambio di ospite.
BAR, RISTORANTE E COLAZIONE – I camerieri indosseranno le
mascherine e i guanti e sarà privilegiato il servizio al tavolo.
“La distanza tra gli estranei aumenterà – chiarisce Nucara – ma
le persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare o che
occupano la stessa camera non subiranno particolari
restrizioni”. Aumenterà il servizio in camera (a richiesta del
cliente) e si svilupperà il servizio di asporto interno alla
struttura
I BUFFET – Discorso a parte merita il buffet, grande
protagonista delle colazioni e, a volte, anche di pranzi e cene
in ristoranti e alberghi e non particolarmente consigliati
perché a rischio assembramento, a rischio contaminazione (con le
posate di portata) e a rischio “droplet”. “Saranno ridotti –
dice Nucara – e se possibile evitati a favore del servizio a
tavola o in camera. Potranno eventualmente essere messi sotto
vetro e serviti dal cameriere con guanti e mascherina. Dentro
tutti i ristoranti, comunque, ci saranno gel igienizzati a
disposizione dei clienti”.
INFORMAZIONI – Ci saranno cartelli in varie lingue, per
rammentare il comportamento da tenere e per segnalare la
posizione dei dispenser di gel, che saranno disponibili nei
posti strategici (alla reception, al ristorante, all’ingresso
dei bagni, degli ascensori, delle sale riunioni, etc.). “Abbiamo
predisposto delle comunicazioni per informare i clienti, sono
state scritte dai medici, insieme ai nostri esperti di gestione
aziendale, mettendo insieme due competenze importanti” conclude
il direttore generale di Federalberghi.
CHI HA CREATO IL PROTOCOLLO – E’ stato redatto da un pool di
esperti composto da imprenditori, dirigenti e consulenti, in
rappresentanza delle diverse tipologie di strutture ricettive
(catene alberghiere e hotel indipendenti, piccole e grandi
strutture, annuali e stagionali, etc.). La task force ha operato
con la supervisione del professor Pierluigi Viale
dell’Università di Bologna, direttore dell’Unità Operative
Malattie Infettive del Policlinico di Sant’Orsola. Ha
collaborato la Croce Rossa Italiana e hanno partecipato ai
lavori anche esponenti delle associazioni albergatori di
Francia, Spagna, Usa, Grecia, Argentina e Croazia.