Occhi puntati sulla sottovariante XBB.1.5 del virus SarsCoV2, nota anche come ‘Gryphon’: potrebbe
essere questo recente membro dell’ormai numerosissima famiglia
Omicron una delle principali cause dell’impennata dell’epidemia
di Covid-19 in Cina. Insieme all’allentamento delle restrizioni,
la sottovariante in circolazione dall’ottobre scorso giocherebbe
un ruolo importante nello spingere sempre piu’ in alto contagi e
ricoveri. Al momento non ci sono certezze, anche perche’ i dati
scientifici forniti dalla Cina sono pochi, come lo sono le
sequenze genetiche del virus depositate nella banca
internazionale Gisaid. Che a far impennare l’epidemia sia il
virus che muta e’ percio’ ancora un’ipotesi, ma gli esperti la
stanno considerando molto seriamente.
In Cina “sta accadendo qualcosa di molto importante: il
numero di decessi per Covid e’ incontrollabile e finora si e’ solo
accennato alla possibilita’ che circolino una o piu’ nuove
varianti”, osserva il virologo Francesco Broccolo,
dell’Universita’ del Salento. I candidati non mancano, ma al
momento l’attenzione si concentra sulla XBB.1.5, che in Cina sta
circolando da ottobre e che e’ il risultato della ricombinazione
di altre due sottovarianti di Omicron: BA.2.1 e BA.2.1. “Sta
circolando un vero e proprio sciame di varianti, ma la XBB sta
rapidamente sostituendo sottovarianti comuni, come BQ.1 e
BQ.1.1”, dice ancora l’esperto.
La stessa sottovariante si e’ diffusa in tempi rapidi in
almeno altri nove Paesi, sei dei quali europei. Oltre che in
Italia, dove al 27 dicembre costituiva l’1,82% del virus
SarsCoV2 in circolazione, la XBB e’ stata rilevata in Francia
(1,22%), Belgio (4,56%), Germania (2,05%), Spagna (2,61%) e
Regno Unito (5,44%) come indica il sito Our World in Data,
citando i dati relativi alle sequenze genetiche del virus
depositate nella banca dati internazionale Gisaid. La XBB e’
presente anche in Australia (3,33%), Canada (1,93%) e Stati
Uniti (13,42%). Qui, in particolare, sembra collegata al recente
aumento del 140% dei ricoveri a New York avvenuto nell’ultimo
mese.
Il virus sta percio’ circolando in modo vivace ed e’ per
questo, osserva il genetista Massimo Zollo, coordinatore della
Task force Covid-19 del Ceinge di Napoli, che “negli aeroporti
sarebbero necessari controlli non soltanto sui voli diretti in
arrivo dalla Cina, ma su quelli indiretti” ed e’ anche
“necessaria un’azione piu’ attiva per la diffusione dei farmaci
antivirali e continuare a fare ricerca sulle varianti, per
capire che cosa potrebbe accadere da oggi a due mesi”.
Quanto alla Cina, le sequenze genetiche depositate nella
banca internazionale Gisaid, aggiornate al 22 dicembre, indicano
che “stanno circolando soprattutto le sottovarianti BA.5.2 e
BF.7 e che sono 81 le sequenze della sottovariante XBB
depositate al 9 dicembre”, dice ancora Zollo, che ha analizzato
i dati con Angelo Boccia, del gruppo di Bioinformatica del
Ceinge coordinato da Giovanni Paolella. Il fatto che siano state
depositate solo 81 sequenze della XBB, rileva, indica che e’
stata bloccata l’azione di sequenziamento delle varianti, o non
e’ resa pubblica.
A permettere alla XBB si diffondersi velocemente sarebbe la
mutazione chiamata F486P, che le permetterebbe di sfuggire agli
anticorpi generati sia da infezioni da Omicron 5 sia dai vaccini
e inoltre rafforzerebbe il legame con il recettore Ace2 che si
trova sulle cellule umane. Sono state rilevate anche mutazioni
sulla proteina Spike, l’artiglio molecolare che il virus usa per
agganciarsi alle cellule umane, piu’ quattro mutazioni sulla
nucleoproteina N, che ha la funzione di proteggere il genoma
virale, e cinque sull’enzima necessario al virus per riprodurre
il suo materiale genetico. “Questo significa – conclude Zollo –
che il virus SarsCoV2 sta migliorando anche nella capacita’ di
replicarsi”.