Diminuiscono molto lentamente i nuovi casi di infezione da virus SarsCoV2 in Italia, mentre i decessi
aumentano ancora, anche se le analisi degli esperti indicano che
il picco e’ ormai molto vicino e potrebbe essere raggiunto nel
fine settimana di Pasqua. E’ una prospettiva positiva in una
situazione ancora complessa, dove i numeri dei casi sono ancora
decisamente alti e i ricoveri hanno ormai superano la soglia di
allerta relativa alla capacita’ degli ospedali. Sullo sfondo,
poi, resta sempre l’incognita delle varianti e del ruolo che
potrebbero avere in una ulteriore ripresa nella circolazione del
virus.
I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi
positivi sono stati 23.649, in leggera flessione rispetto ai
23.904 del giorno precedente. Sono stati individuati grazie a
356.085 test, fra molecolari e antigenici rapidi; di conseguenza
anche il tasso di positivita’ risulta del 6,6%, in calo dello
0,2% rispetto l 6,8% del giorno precedente.
Fra le regioni a registrare l’incremento maggiore in 24 ore
e’ stata la Lombardia, con 4.483 nuovi casi, seguita da Piemonte
(2.584), Puglia (2.369), Campania (2.258), Lazio (1.838),
Veneto (1.633), Toscana (1.631) e Sicilia (1.282).
Sale ancora il numero dei decessi, con 501 contro i 467 di
24 ore prima. “Verso la fine di questa settimana e’ previsto il
picco della curva dell’incidenza media dei decessi in Italia”,
osserva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le
Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale
delle Ricerche (Cnr-Iac).
Per il fisico Enzo Marinari bisogna sempre considerare
“l’intervallo di 15-20 giorni che di solito separa la data della
comparsa dei sintomi e quella dei decessi: una sorta di ritardo
naturale.
Sul fronte dei ricoveri, quelli nelle terapie intensive
registrano un lieve calo per il terzo giorno consecutivo e hanno
raggiunto il totale di 3.681, 29 meno in 24 ore nel saldo
giornaliero tra entrate e uscite e 244 nuovi ingressi contro i
283 del giorno precedente. I ricoverati con sintomi sono
complessivamente 28.949. Sono numeri che stanno mettendo a dura
prova gli ospedali, come osserva la Fondazione Gimbe nel suo
monitoraggio relativo alla settimana dal 24 al 30 marzo. “Le
soglie di allerta di occupazione dei posti letto da parte di
pazienti Covid in area medica (oltre il 40%) e in terapia
intensiva (oltre 30%) sono superate a livello nazionale,
attestandosi rispettivamente al 44% e al 41%”, rileva Renata
Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi sanitari della
Fondazione Gimbe. Sono dieci, infine, le regioni che hanno
superato il valore soglia per l’area medica e 13 quelle che
l’hanno superato per le terapie intensiva. In particolare, i
ricoveri per Covid nelle unita’ di terapia intensiva superano il
40% in Puglia, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana, Molise e
Lazio; superano il 50% in Piemonte, nella provincia autonoma di
Trento e in Emilia-Romagna; registrano valori superiori al 60%
in Lombardia e nelle Marche.
Sulla stessa linea i risultati dell’analisi dell’Instant
Report Covid-19 dell’Alta scuola di economia e management dei
sistemi sanitari dell’Universita’ Cattolica (Altems), secondo i
quali il tasso di saturazione delle terapie intensive entro la
data del 29 marzo e’ stato raggiunto e
superato da nove regioni: Abruzzo, Lazio, Umbria, Puglia,
Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e
Marche.