14 indagati per estorsione e concorrenza illecita Il Tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato la richiesta di dissequestro degli impianti di carburante dell’Aversana Petroli di proprietà della famiglia Cosentino. Il sequestro da 120 milioni di euro era scattato nel dicembre scorso su richiesta dei pm della DDA di Napoli Fabrizio Vanorio e Sandro D’Alessio nell’ambito di un inchiesta per estorsione e concorrenza illecita con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan camorristico dei Casalesi. Dei fratelli Cosentino solo Nicola è tuttora in carcere, mentre Giovanni e Antonio sono ai domiciliari. Nell’inchiesta risultano indagate complessivamente 14 persone, tra cui l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi. Secondo l’accusa, l’ex sottosegretario del Pdl e i fratelli proprietari di diversi distributori nel Casertano approfittando dei propri contatti con il clan dei Casalesi avrebbero costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania a compiere attimi illegittimi “per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti”. Il tutto – sostiene l’accusa – per avvantaggiare le società di famiglia: l’Aversana Petroli, l’Aversana Gas e l’Ip Service.