Intervista al direttore dell’UOC di medicina e PS del Fatebenefratelli Andrea Fontanelli
Professore stiamo vivendo un periodo difficile, nessuno si sarebbe aspettato tutto questo, la vita di tutti è cambiata e ha messo a dura prova anche la nostra salute psicologica, lei come sta vivendo questa esperienza del covid?
Questa è un’esperienza alla quale necessariamente non potevamo sottrarci, perché ci si trova in prima linea ed il pronto soccorso si trova ad affrontare tante situazioni sospette, quindi la necessità e l’impegno di un ospedale è quello in primis di assistere quelli che sono i bisogni di salute della popolazione, ma poi difendere l’ospedale soprattutto i suoi malati ricoverati e il personale stesso dai possibili contagi, che metterebbero a repentaglio tutta l’assistenza. Quindi ci si è organizzati già dalla prima ondata, con un covid box con tenda pre-triage dove vengono situati i sospetti, e in accordo con l’ASL Napoli 1 si è aperto un reparto di terapia per pazienti con Covid accertato di media intensità che, ha poi la possibilità di 4 posti di sub-intensiva per i pazienti che divenissero critici. L’esperienza è stata molto positiva è per come è stato strutturato il reparto con una precisa e definita distinzione dei percorsi puliti e infetti, dell’area di decontaminazione, e per quanto ha permesso agli operatori di tutti i presidi di operare in tranquillità. Infatti, gli operatori del nostro centro non sono stati infettati in maniera critica, se per qualcuno è successo è stato dovuto a contaminazioni esterne.
Professore lei estato anche presidente nazionale della FADOI vi siete impegnati nella formazione del personale medico e infermieristico ci sono state difficoltà per questa esperienza?
Nessuna difficoltà, anche perché come lei ha ricordato, la FADOI ha fatto un enorme lavoro, oltre l’impegno assistenziale legato al fatto che l’80% pazienti covid è stato assistito dalla medicina interna e che i tanti virologi hanno dato più appoggi di consulenza , così come pneumologi e infettivologi, il cui numero non è tale da poter permettere l’ampia assistenza di questa seconda ondata, ma quello che è stato il vero motivo vincente per poter fronteggiare , quanto meno arginare questa marea montante del covid, è stato lavorare in gruppo, e devo dire che anche nel nostro ospedale ho trovato molto entusiasmo da parte del personale infermieristico e anche degli stessi ausiliari che hanno collaborato in modo efficace.
Professore rispetto alla prima ondata avete accumulato un esperienza sicuramente in maniera notevole?
Come medico pur avendo 41 anni di esperienza ospedaliera alle spalle e tre specializzazioni mi ritengo sempre un medico in formazione, la nostra vita ha una tale variabilità che noi siamo in un continuo apprendimento, certamente oggi non sappiamo abbastanza , ma sappiamo molto di più rispetto alla prima ondata. L’esperienza che abbiamo accumulato ci ha arriccchito sicuramente in maniera notevole, quindi questo è l’aspetto positivo nell’ambito di questa tragedia sanitaria, sociale, economica ed interpersonale.
Professore quindi il Fatebenefratelli ospedale di eccellenza si e schierato in prima linea per il covid?

L a risposta da parte della nostra amministrazione è stata completa ed importante, ciò ha gratificato anche noi che lavoriamo in prima linea, siamo i soldati attivi di questa guerra, un ospedale misto che continua ad assistere i suoi malati ordinari, ed è ancor più difficile da gestire che non un ospedale totalmente covid, perche i sistemi di difesa devono essere ancora piu in alto.
Professore Quanto sarà sicuro il vaccino contro il coronavirus

Noi siamo fiduciosi tra l’altro dall’arrivo di questo nuovo vaccino, in quanto c’è stato concesso di entrare in piattaforma per poter essere fruitori in via iniziale e sperimentale di quello che sarà il primo piano vaccinale che dovrebbe partire e siamo fiduciosi il 15 gennaio, prima che poi dalla data successiva si proceda ad una vaccinazione di massa. E’ stato poi chiesto quali fossero i medici, infermieri e personale sanitario che volesse aderire a questa prima esperienza, diciamo che l’adesione è stata quasi totalitaria. Quindi è stata dimostrata una fiducia in questa prospettiva vaccinale che, per quanto ancora tante cose non sono note, potrebbe rappresentare la vera piattaforma per riuscire ad annullare la minaccia del covid. Ricordiamo che i vaccini da quando sono nati, hanno sempre dimostrato di essere un’innovazione dirompente, che ha permesso di annullare malattie endemiche di cui abbiamo un enorme esperienza. Basti pensare alla fine degli anni 40 e 50, alla nascita dei polmoni d’acciaio per i pazienti affetti da poliomielite, oppure il vaiolo, primo esempio assoluto della vaccinazione, debellato nel mondo occidentale. Certo quelli erano virus stranoti che non mutano, però la vaccinazione continua ad essere un presidio fondamentale.
Professore un sondaggio ci dice che un quarto della popolazione non si farà vaccinare, l’altro quarto ancora indeciso cosa possiamo consigliare?
Purtroppo, ci siamo trovati di fronte in tutta questa tempesta covid, chi per motivi di esposizione personali chi per ingenuità, ad una serie di notizie talmente contraddittorie che hanno finito di scoraggiare ancor più coloro che sono indecisi da una parte, figuriamoci quelli che incredibilmente continuano ad essere negazionisti. Anche persone di grande rilievo culturale spesso hanno parlato in pubblico, pur sapendo di essere dei determinatori di opinione, dove ognuno esprime certe posizioni, dove tutte son giuste e confutabili, ma quando si parla ad un pubblico laico spesso si rinforza ancor piu l’indecisione di chi già teme. Noi abbiamo avuto questo vaccino grazie ad un miracolo di ingegneria genetica, da ammirare sotto il profilo tecnico, in quanto per i vaccini tradizionali ci vogliono 3 o 4 anni.
Un traguardo straordinario, muoversi dalla scoperta di un nuovo virus mortale alla creazione di un vaccino testato che può bloccarne gli effetti in meno di un anno non ha precedenti nella storia della scienza. L’ incredibile progresso nel far avanzare un vaccino fino all’uso negli esseri umani stabilisce sicuramente un nuovo standard per ciò che può essere ottenuto quando le giuste risorse e l’attenzione scientifica vengono applicate alla salute globale dunque questo miracolo della scienza non deve essere sciupato

M.O