Il vaccino anti-Covid della multinazionale Johnson & Johnson, che ha ottenuto ieri il via
libera dall’Agenza europea dei medicinali Ema, promette di
essere un’arma efficace anche contro la minaccia rappresentata
dalle varianti del virus SarsCov2, in particolare rispetto alle
cosiddette mutazioni sudafricana e brasiliana, e sembrerebbe
avere efficacia anche contro la variante inglese. A spiegarlo in
un’intervista all’ANSA e’ Johan Van Hoof, responsabile Area
Malattie infettive e Vaccini di Janssen, azienda del gruppo J&J
che ha sviluppato il farmaco.
“I dati che abbiamo – spiega Van Hoof – si basano sul nostro
studio su larga scala, che ha visto l’arruolamento di 44mila
persone in diversi Paesi dove, durante quel periodo, c’era
un’alta incidenza di contagi ed erano anche presenti delle nuove
varianti. Siamo stati in grado di sequenziare una grande parte
dei casi che si sono verificati nello studio. Per questo,
sappiamo che piu’ del 95% dei casi in Sud Africa erano
effettivamente causati dalla variante sudafricana”. Qui,
precisa, “abbiamo rilevato nel complesso un’alta efficacia,
dell’81%, contro le forme gravi della malattia. Se guardiamo a
casi ancora piu’ critici, come l’ospedalizzazione e la morte, in
Sud Africa abbiamo avuto zero ricoveri a causa della Covid dopo
il 28/mo giorno dalla vaccinazione e zero morti legate a Covid.
Questi dati sono estremamente incoraggianti perche’ – sottolinea
– dimostrano che il vaccino protegge contro la variante
sudafricana”. Dati simili sonio stati confermati anche per
quanto riguarda il Brasile, dove, afferma Van Hoof, “e’ presente
un’altra variante e abbiamo ottenuto un’efficacia altrettanto
elevata. Contro le forme gravi di Covid l’efficacia e’ stata
dell’87%. Sulla base di questo, siamo ottimisti nel ritenere che
il vaccino e’ efficace nel prevenire anche le forme gravi di
malattia causate da queste nuove varianti”. Rispetto invece alla
cosiddetta variante inglese, “non abbiamo dati relativi al
Regno Unito, perche’ lo studio non e’ stato condotto in
quest’area. Non possiamo quindi provarlo matematicamente ma, dal
punto di vista virologico – afferma il responsabile Janssen –
sappiamo che la variante del Regno Unito e’ meno complessa della
variante sudafricana, quindi e’ ragionevole supporre che se il
vaccino protegge dalla variante sudafricana, protegge anche
dalla variante del Regno Unito”. Ed ancora: “Relativamente alle
altre varianti – annuncia – siamo molto vigili e continueremo a
sequenziare i casi che si verificano nei nostri studi di
efficacia”. Altra questione cruciale riguarda le consegne delle
dosi: “Abbiamo lavorato molto duramente negli ultimi mesi per
aumentare ulteriormente la nostra capacita’ produttiva e, sulla
base delle informazioni che abbiamo a disposizione oggi, siamo
sicuri che saremo in grado di onorare il nostro impegno con
l’Europa di consegnare 200 milioni di dosi entro la fine
dell’anno. Prevediamo di poter iniziare a consegnare – afferma –
nella seconda meta’ di aprile, con delle quantita’ che
aumenteranno progressivamente”.
Una produzione, quella del vaccino J&J, che vede in prima
linea anche l’impegno dell’Italia: “Abbiamo una collaborazione
con Catalent Italy per il fill & finish, ovvero l’infialamento.
È una partnership molto importante per noi e stiamo cercando di
far si’ che siano operativi in primavera. I colleghi di Catalent
stanno lavorando giorno e notte, ma questo tipo di tecnologie e’
piuttosto complesso e ci vuole molto tempo per le necessarie
installazioni e approvazioni regolatorie”.
“Non abbiamo altre partnership attive in Italia al momento,
ma – conclude Van Hoof – continuiamo a cercare nuovi modi per
intensificare le nostre collaborazioni al fine di aiutarci ad
aumentare la nostra capacita’ complessiva”.