In Italia sono 4 i vaccini anti-Covid gia’ in pista per la campagna di immunizzazione: quello di
Pfizer-Biontech, quello dell’azienda statunitense Moderna, il
vaccino di AstraZeneca ‘Vaxzevria’ e quello di Johnson & Johnson
pronto ad uscire dall’ hub italiano dopo il pronunciamento
dell’Ema, che ha giudicato oggi possibile il legame di
causa-effetto tra il vaccino e rari eventi di trombosi segnalati
in Usa pur rilevando che i benefici di questo farmaco superano i
rischi. In Italia ministero della Salute e Aifa hanno dato
un’indicazione all’utilizzo di questo vaccino per la fascia
degli over-60, stessa indicazione data anche per il vaccino
AstraZeneca che utilizza una piattaforma a vettore virale come
quella di J&J. Per entrambi i vaccini sono stati segnalati casi
rari di trombosi. Ma molti altri sono i vaccini allo studio o in
fase avanzata di sperimentazione, come l’italiano ReiThera che
potrebbe essere a disposizione dall’autunno. Due ulteriori
vaccini sono pero’ i piu’ prossimi al via libera da parte
dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema): Curevac e Novavax.
Anche il russo Sputnik e’ all’esame dell’Ema.
Diverse le piattaforme tecnologiche utilizzate dai differenti
vaccini: la piu’
innovativa e’ quella a RNA messaggero (mRNA), mentre altri
utilizzano vettori virali. Ecco come agiscono i vaccini:
– ASTRAZENECA: secondo le ultime indicazioni raccomandato ai
soggetti sopra i 60 anni. Si basa sulla tecnologia del vettore
virale: viene cioe’ utilizzato un virus simile a SarsCov2 ma
non aggressivo (un adenovirus da scimpanze’ ) cui vengono
aggiunte le informazioni genetiche che dovrebbero allertare la
risposta immunitaria dell’ organismo. In questo caso,
l’adenovirus trasporta la proteina Spike di SarsCov2, che e’
l’artiglio molecolare utilizzato dal virus per agganciare le
cellule sane e invaderle. Sono previste due dosi a distanza di
12 settimane.
– JOHNSON & JOHNSON: anch’esso come Astrazeneca sara’ utilizzato
per gli over 60. Come AstraZeneca e’ un vaccino a vettore
virale. Ha il grande vantaggio di essere monodose e non
necessita di un richiamo. Puo’ essere conservato in frigo senza
congelamento.
– PFIZER-BIONTECH (COMIRNATY): per i soggetti a partire dai 16
anni. utilizza una tecnologia innovativa, quella dell’RNA
messaggero. Questa tecnica consiste nell’utilizzare la sequenza
del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido
ribonucleico (Rna), che rappresenta il messaggero molecolare che
contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus.
L’obiettivo e’ quello di somministrare direttamente l’mRna che
controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole
scatenare la reazione del sistema immunitario. In questo caso la
proteina e’ la Spike. Sono previste due dosi a tre settimane di
distanza.
– MODERNA: per i soggetti a partire dai 18 anni, utilizza
anch’esso la tecnologia a RNA messaggero. Sono previste due dosi
a distanza di 4 settimane. Secondo i piu’ recenti dati
pubblicati sul New England Journal of Medicine, gli anticorpi
indotti persistono 6 mesi dopo la seconda dose.
– CUREVAC: e’ un vaccino tedesco anch’esso a mRNA. Prevede
sempre due dosi e puo’ essere conservato alla normale
temperatura da frigorifero. E’ all’esame Ema.
– NOVAVAX: Si tratta di un vaccino americano a base proteica
contenente minuscole particelle ottenute da una versione di
laboratorio della proteina spike. Contiene anche un “adiuvante”,
una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte
immunitarie al vaccino. Una volta iniettato il vaccino, il
sistema immunitario riconoscera’ le particelle proteiche come
estranee e rispondera’ producendo gli anticorpi. Prevede due
dosi. E’ all’esame Ema.
– SPUTNIK: e’ composto da due diversi virus che appartengono
alla famiglia degli adenovirus, Ad26 e Ad5. Questi adenovirus
sono stati modificati in modo da contenere il gene della
proteina spike. Non sono in grado di riprodursi nell’organismo e
non provocano la malattia. I due adenovirus sono iniettati
separatamente: Ad26 e’ usato nella prima dose e Ad5 e’ usato
nel richiamo.