Il Covid ha causato anche una infodemia, epidemia di informazioni, con gli italiani che
trascorrono molto piu’ tempo sul web ma non sono in grado di
distinguere su internet le fake news. Insomma “il virus si
insinua anche nella mente” secondo la ricerca biennale
“Infosfera” ideata e promossa dal laboratorio Unisob MediaLab
dell’Universita’ Suor Orsola Benincasa di Napoli, scaricabile
gratuitamente dal sito web www.unisobmedialab.it ed effettuata
su oltre duemila questionari.
In Italia ad un anno di distanza (la prima somministrazione
dei questionari e’ stata effettuata nel mese di aprile 2020 in
pieno lockdown in Italia e la seconda a febbraio 2021) e’
aumentata di oltre il 7% la percentuale degli italiani che crede
alla narrazione del virus creato in laboratorio come arma
batteriologica (dal 19,36% al 26,48%). Se nella prima fase della
pandemia il 56,81% degli italiani riteneva necessario seguire i
movimenti dei cittadini attraverso app o smartphone per
prevenire nuovi contagi dell’epidemia, circa un anno dopo la
percentuale e’ scesa al 40,6%.
Mutata anche l’idea sull’azione del governo italiano. Ad
aprile 2020 per il 55,93% degli intervistati, l’Italia, con i
decreti governativi, aveva risposto all’emergenza in maniera
tardiva ma efficace. Dato crollato al 36,03% nella seconda
rilevazione. La ricerca di Unisob MediaLab realizzata in
collaborazione con il Centro Studi Democrazie digitali, la
Fondazione Italiani – Organismo di ricerca e l’Associazione
italiana della Comunicazione pubblica e istituzionale, ha
registrato un incremento boom del tempo trascorso sul web (prima
del Covid per il 50,09% degli italiani non meno di 4 ore; con la
pandemia la percentuale e’ arrivata all’83,8%) e si e’ soffermata
anche in questa edizione sul tema delle fake news.
Allarmanti i dati raccolti in tal senso. Un italiano su due
non ha ben chiara la differenza tra comunicazione politica e
comunicazione pubblica e istituzionale. Il 64,37% degli italiani
non sa distinguere una pagina Facebook da un sito bufale.
L’86,13% non sa riconoscere un profilo fake di Twitter. Il
60,78% confonde il sito di bufale proposto come un sito di
informazione. Gli italiani tendono a credere una notizia vera
soprattutto quando: l’autore e’ verificato e/o esperto in materia
(61,83%) o quando contiene citazioni e riferimenti ad altre
fonti attendibili (43,36%). Resta alto il ricorso ai media
tradizionali ritenuti piu’ autorevoli. Le televisioni nazionali
pubbliche sono utilizzate dal 55,99% degli italiani (piu’ da
anziani e istruiti) e in esse ripone fiducia il 49,85% del
campione. Le radio nazionali sono seguite dal 37,82% degli
italiani con il dato di fiducia al 38,12% degli intervistati. I
quotidiani nazionali cartacei sono utilizzati dal 30,14% degli
italiani (principalmente le fasce d’eta’ piu’ anziane) e in essi
ripongono fiducia il 39,27% degli italiani. I portali di
informazione online sono utilizzati dal 45,41% con il dato di
fiducia al 30,84%.