L’11 e il 12 ottobre si terrà una nuova esercitazione di emergenza vulcanica ai Campi Flegrei, un’area ad alto rischio situata nei pressi di Pozzuoli. Questo evento, organizzato dalla Protezione Civile, coinvolgerà cittadini, scuole e ospedali in una simulazione di evacuazione. Secondo il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, l’esercitazione è fondamentale per valutare l’efficacia delle misure previste, permettendo di identificare e correggere eventuali criticità. Tuttavia, la popolazione locale esprime ancora forti preoccupazioni.
Molti cittadini, infatti, sentono di vivere in un limbo, dove i danni alle case causati dal bradisismo continuano ad accumularsi, e la loro vita resta sospesa tra la paura di una possibile eruzione e la mancanza di soluzioni concrete da parte delle istituzioni. Alcuni di loro continuano a pagare il mutuo per abitazioni ormai compromesse e lamentano l’assenza di un piano a lungo termine che garantisca loro sicurezza e stabilità.
Un altro aspetto che preoccupa è la partecipazione all’esercitazione. Lo scorso giugno, un’iniziativa simile ha visto l’adesione di poche persone, rendendo inefficace il test. Per evitare un nuovo fallimento, le autorità hanno invitato i cittadini a registrarsi attraverso il sito web della Protezione Civile e a partecipare attivamente all’esercitazione.
La simulazione prevede che, il 12 ottobre, chi aderirà verrà radunato in cinque punti di raccolta, per poi essere trasferito con autobus della Regione Campania verso le stazioni ferroviarie, da dove partiranno treni diretti in Lombardia e altre regioni. Nelle scuole, gli alunni saranno portati in sicurezza dai docenti addestrati, mentre negli ospedali verrà simulata l’evacuazione di pazienti, con l’impiego di mezzi e personale sanitario.
Nonostante la rilevanza dell’esercitazione, i cittadini chiedono risposte reali oltre alle simulazioni. L’emergenza quotidiana, fatta di disagi e incertezze, è tangibile, e la comunità teme che, senza un vero piano di intervento, queste esercitazioni rimangano un esercizio sterile. “Smettiamo di giocare sulla pelle delle persone”, è il messaggio che arriva da chi vive ogni giorno con il rischio vulcanico e attende soluzioni definitive.
M.O