Un branco che agi’ con ”inaudita violenza e senza alcuna motivazione”. E’ cosi’ che la procura di Nola e quella per i minorenni di Napoli hanno definito il gruppo di ragazzi, tre maggiorenni e tre minori, che lo scorso marzo ridusse in fin di vita un clochard della Repubblica Ceca, provocandogli fratture alle braccia, alle gambe, e ferite alla testa ed al corpo. Gli aggressori si fermarono solo dopo aver notato un vigile urbano affacciato al balcone della propria abitazione. Cinque dei sei componenti, tutti appartenenti a famiglie ritenute perbene di Nola, sono stati raggiunti oggi dalle misure cautelari emesse dai Gip delle due Procure, che hanno disposto il collocamento in Comunita’ per i tre minorenni (un calciatore del ‘Nola 1925′, e due appartenenti alle tifoserie ultras della squadra), e gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, di dimora nel comune di Nola, e la prescrizione di
restare a casa nelle ore notturne per i maggiorenni Salvatore Di
Bella e Domenico Ferrara. Le accuse vanno dal tentato omicidio,
avanzato dal Gip dei minorenni, alle lesioni aggravate avanzate
dal giudice di Nola.
Secondo gli inquirenti, i cinque agirono con una sesta
persona, un maggiorenne del posto, che non e’ stato sottoposto ad
alcuna misura, in quanto il giudice ha ritenuto che la sua
collaborazione con le forze dell’ordine, una volta identificato,
denoti ”assenza di pericolosita’ sociale e processuale”. I sei,
lo scorso 17 marzo, secondo le ricostruzioni, si erano riuniti
in Piazza Santorelli, per poi spostarsi all’interno della
stazione ferroviaria nolana. Ed e’ li’ che i figli di gente
perbene si sono trasformati in branco violento: i sei giovani,
tra cui un calciatore della locale squadra di calcio ‘Nola
1925′, che milita nel campionato di Promozione, e due tifosi,
avevano notato il clochard, Vaclav Briza, che si era appartato
in una casupola abbandonata per dormire. Armati di bastoni di
legno, il branco aveva iniziato a picchiare il senzatetto con
”inaudita violenza e senza alcuna motivazione”, procurando al
cittadino ceco, numerose lesioni alla testa ed al corpo, oltre a
diverse fratture agli arti superiori ed inferiori che, secondo i
sanitari, ne avrebbero provocato la morte se un vigile urbano
che abita in zona, non si fosse affacciato al balcone. La
presenza del casco bianco, secondo quanto accertato, aveva fatto
allontanare il gruppo. Lo stesso vigile urbano aveva poi
allertato il 118, salvando la vita al clochard.
Fondamentale sarebbe stata la collaborazione del sesto
componente del branco, il primo individuato dalle forze dell’
ordine. Secondo le due Procure, ad animare il branco non sarebbe
stato l’odio razziale, ma ”motivazioni futili di gratuite
esplosioni di violenza collettiva”. Nei giorni successivi all’
aggressione, numerose sono state le manifestazioni di
solidarieta’ nei confronti del senzatetto da parte di tutta la
cittadinanza, e soprattutto del mondo della Chiesa: il vescovo
Beniamino Depalma, aveva anche individuato una residenza dove
accogliere il clochard una volta fuori dal nosocomio.