Al via ci saranno tutti i migliori del lotto: gli sprinter, i puncheur e i finisseur. Perche’ la
Milano-Sanremo e’ come un giro di roulette: puo’ vincere sempre
chiunque ma chiunque riesca a vincere e’ sempre un campione. E la
112esima edizione della Classicissima, in programma sabato senza
la cornice di pubblico al traguardo di via Roma per l’ordinanza
del sindaco Biancheri, non sara’ diversa, con un canovaccio
tradizionale. Gli scattisti cercheranno di scappar via sul
Poggio, qualcuno cerchera’ di sorprendere nella picchiata verso
l’Aurelia, i velocisti – a secco di vittorie da cinque anni –
cercheranno di reggere l’urto e sparare la loro unica cartuccia
nei metri finali.
I favoriti sono comunque i tre dominatori recenti delle corse in
linea. Wout van Aert, campione in carica, insegue il bis dopo
aver dimostrato alla Tirreno-Adriatico una gamba piena e rotonda
(e’ arrivato secondo, dietro l’imprendibile Pogacar); Julian
Alaphilippe, trionfatore nel 2019, vuole dimenticare la beffa al
fotofinish dell’anno scorso; Mathieu van der Poel, fresco
vincitore delle Strade Bianche e di due tappe della Corsa dei
Due Mari, sogna la definitiva consacrazione, rientrando in
quello stretto novero di atleti capaci di festeggiare in Riviera
e al Fiandre. Ma gli outsider non mancheranno: Sagan resta un
tre volte campione del mondo e per due volte tradito a pochi
metri dal traguardo ligure; Schachmann arriva dal successo alla
Parigi-Nizza; Kwiatkowski e’ un corridore forte quanto astuto. I
velocisti invece si augurano un arrivo a ranghi completi con
Ewan, Bennett, Bouhanni e Demare pronti a mangiarsi l’arrivo di
via Roma a piu’ di 70 chilometri all’ora. E gli italiani? Nibali
promette spettacolo sul Poggio, Ganna puo’ sorprendere, Viviani e
Nizzolo aspettano lo sprint.
Canovaccio tradizionale, data tradizionale, percorso piu’ o
meno tradizionale. Dopo l’unicum del 2020 – con un’edizione
stravolta da Covid, corsa l’8 agosto e portata in Piemonte per
le proteste dei sindaci della provincia di Savona – si torna a
costeggiare il Mar Ligure lungo l’Aurelia. L’unica modifica e’ il
taglio del Turchino, invalicabile per una frana, e sostituito
dal Colle di Giovo, con la discesa successiva verso Albisola per
poi svoltare verso i canonici tre Capi (Mele, Cervo, Berta), la
Cipressa e il decisivo Poggio. Sara’ una corsa piu’ lunga: 299
chilometri di asfalto, fatica e sudore. Manchera’ pero’ il calore
del pubblico all’arrivo. Un’ordinanza emanata ieri dal sindaco
Alberto Biancheri vieta gli assembramenti e dispone la chiusura
dei negozi, dalle 14,30 e fino a fine corsa, nell’ultimo
chilometro di gara. Non mancheranno certo le emozioni. Rosso o
nero, tutto in pochi attimi. Come un giro di roulette.