“Essere donna e del Sud mi ha dato piu’ forza. Chi e’ del Sud cresce col coraggio in tasca e questo
plus te lo spendi poi nel tempo. Credo anzi sia un vantaggio,
anche perche’ te lo aspetti di dover fare gavetta e vinta una
sfida non c’e’ mai tempo di fermarsi”. Marianna Vitale, la chef e
patronne del ristorante Sud, stellato dal 2012, a Quarto
(Napoli), e volto di Angelina, la gastronomia con i piatti che
evocano l’infanzia e la tradizione di casa, non si e’ mai fermata
sugli allori e da oggi deve fare i conti con lo stop imposto
dalla Campania in fascia rossa. Laureata in lingue e letteratura
spagnola, autodidatta in cucina con precedente esperienza a
Palazzo Petrucci a Napoli, questa chef-donna detiene da nove
anni la stella Michelin in un locale ai Campi Flegrei, fuori da
ogni rotta turistica della Campania, un talento naturale
premiata come “Miglior chef donna 2020” per la sua
determinazione, savoir faire, ricerca spasmodica
dell’eccellenza, e audace esempio imprenditoriale nell’ultima
edizione del Premio Donna Michelin Veuve Clicquot. Nelle
motivazioni, lette nella cerimonia di premiazione da Marco Do,
direttore della comunicazione di Michelin Italia, Vitale “e’
stata selezionata per la tenacia con cui ha costruito un
progetto di ristorazione di qualita’ al di fuori dei sentieri
turistici consueti della sua regione”.
Col suo sorriso garbato Marianna ha un proprio stile di
cucina con solide radici: “Voglio sdoganarmi da ogni moda, anche
perche’ le tendenze finiscono, quello che rimani sei tu. Sul
litorale flegreo Angelina – precisa la chef – prende il nome da
mia nonna. È una rosticceria-gastronomia dove propongo i
prodotti della mia infanzia, come la frittata di maccheroni. È
il posto dove sei felice, e’ l’infanzia che ritorna”. L’emergenza
sanitaria pero’ pesa: “È stato brutto essere in fase di stallo,
dopo il lockdown imposto dal Covid ci ha aiutato molto Angelina,
e ora e’ dura ricadere in rosso. A Quarto non arrivano turisti,
se non quelli particolarmente intraprendenti. Noi abbiamo
trasportato sapori e atmosfere del Sud in delivery e d’estate
siamo sempre aperti. Ci vuole flessibilita’ , questa e’ la lezione
Covid, ma serve anche prospettiva. Io sono praticamente
autodidatta, dopo un anno a Palazzo Petrucci dove ho imparato il
mestiere, mi sono messa subito in proprio, e l’ho dovuto far da
giovane per avere energia. A volte ho la sensazione che servano
100 Marianne, vorrei tanto far di piu’ nel mio percorso da chef
ma temo di non riuscire a riemergere da questo pozzo di impegni.
È vero che tutto torna utile, anche la mia conoscenza della
lingua spagnola me la ritrovo. Il futuro dell’alta cucina – ha
detto Vitale – lo vedo sdoganato da tanti cliche’ . Lo vedo molto
piu’ immediato ma sempre legato alle proprie origini. È inutile
imparare a fare ravioli giapponesi senza poi saper fare i
nostri. Anzi andrebbe valorizzata sempre piu’ la dieta
Mediterranea e l’italian style, e sono contenta della rete della
cucina mediterranea che sviluppo un dialogo in tal senso”.