Sono stati in centinaia i bambini accompagnati dalle proprie famiglie che hanno partecipato alla due giorni della “Primavera di Bagnoli”, la festa organizzata dalla Fondazione Campania Welfare al Parco San Laise di Bagnoli, ex base Nato. L’evento ha beneficiato del contributo della Regione Campania, del patrocinio del Comune di Napoli e dell’INPS. Tante le attività per i bambini, con laboratori, spettacoli teatrali e musicali, ma anche spazi riservati al rapporto genitori/figli. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione ha visto il coinvolgimento di oltre 40 realtà del terzo settore.

Si è svolto anche un momento di approfondimento con il convegno dal titolo Il Welfare per le famiglie. Ad aprire i lavori Patrizia Stasi, Presidente della Fondazione Campania Welfare: La crisi economica dovuta alla pandemia e alla guerra in Ucraina ha inciso moltissimo sul territorio e sulle famiglie: è infatti notevolmente aumentata sia la povertà educativa che quella economica. Per questo motivo abbiamo incrementato i laboratori e le attività gratuite per le famiglie con sportelli di ascolto e sostegno psicologico; per i ragazzi abbiamo implementato i laboratori per combattere la povertà educativa. Questo infatti oltre a riattivare processi di socializzazione, lascia ai genitori più tempo libero per concentrarsi sulla ricerca di lavoro”.

La Primavera di Bagnoli, prosegue la Presidente, come sempre fa da preludio alle attività estive: “Sono già iniziati dieci laboratori per 200 ragazzi dai 3 a 18 anni e in estate partiranno nuovamente i campi estivi dedicati ai bambini dai 5 ai 10 anni. Inoltre in collaborazione con altre associazioni attiveremo gratuitamente anche un campo estivo per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni”.

Le fa eco Gavino Nuzzo, Direttore Generale della Fondazione: “Dopo il Covid è aumentata la richiesta di supporto psicologico per i ragazzi, ma anche di assistenza alle famiglie travolte dalla crisi economica e alle fasce con disabilità, per esempio ai ragazzi autistici. Per ampliare i nostri servizi siamo in attesa dell’approvazione del Piano Urbanistico Comunale; in questo modo destineremo alcuni nostri immobili ai servizi socio sanitari grazie ai proventi derivanti da altri immobili che metteremo a reddito, così potremo aprire altri Centri di accoglienza per incrementare i servizi sociali che eroghiamo”.

 

Roberto Bafundi, Direttore Coordinamento Metropolitano di Napoli INPS, “fotografa” la situazione del territorio: “A Napoli e provincia c’è sempre più bisogno del nostro Istituto: dopo aver erogato svariati milioni di bonus durante il periodo del Covid, anche nel primo trimestre di quest’anno abbiamo registrato un incremento delle Naspi ed un aumento delle richieste di cassa integrazione che spesso sono servite ad alcune aziende a salvare i posti di lavoro. Purtroppo è ancora molto ingente il numero di lavoratori non contrattualizzati, che in Italia sono stimati intorno ai 3 milioni e duecentomila unità. Se non vogliamo arrivare al collasso del sistema è necessaria l’emersione dal lavoro nero”.

 

Infine Rodolfo Conenna, Direttore Generale Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon sottolinea l’importanza della responsabilità sociale dell’Azienda Ospedaliera e della collaborazione con le famiglie: “Fondamentale è la collaborazione dell’Azienda Ospedaliera con la famiglia per la riuscita delle cure. Infatti una famiglia formata e consapevole gestisce in modo efficace processi di cura complessi. Tra le iniziative più importanti segnalo un progetto di telemedicina denominato Angelo Custode dedicato ai bambini che soffrono di gravi malattie neurologiche, che restano a casa e che sono continuamente monitorati. Sia le mamme che le famiglie sono formate in itinere così partecipano attivamente alla gestione dei piccoli pazienti. Inoltre da ieri, giorno della Festa della Mamma, grazie alla Giunta Regionale, è partita la distribuzione dei pasti alle mamme “ricoverate”, iniziativa mai realizzata prima in Campania. Infine, grazie ad un accordo con l’INPS abbiamo ottenuto la possibilità di rilasciare i certificati di disabilità direttamente in ospedale, evitando ulteriori lungaggini e passaggi burocratici per le famiglie già provate dalla disabilità dei figli”.