La struttura di Casoria, con 115 posti letto convenzionati e personale a rischio cassa integrazione, si offre per ricoverare i pazienti clinicamente guariti in attesa di essere dimessi
Hanno scritto al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca «per offrire e garantire 115 posti letto». I religiosi Camilliani di Santa Maria della Pietà di Casoria (Napoli),struttura convenzionata, lanciano un appello al governatore: «Noi rischiamo di chiudere nel giro di una settimana e di mandare in cassa integrazione duecento tra infermieri, medici specializzati, lavoratori che si troverebbero di punto in bianco senza lavoro – spiega il direttore del presidio fra Carlo Mangione. Allora – prosegue – mentre si cercano nuove strutture per ricoverare i pazienti clinicamente guariti dal Covid 19 (ma che devono attendere prima di poter essere dimessi) perché non si pensa di utilizzare gli ospedali già esistenti?».
L’ospedale ha oltre sessant’anni: è stato inaugurato il 14 novembre 1955, grazie ad una donazione di Vincenzo Ferrara, medico che elargì i suoi averi alla Congregazione affinché realizzasse un presidio ospedaliero nel cuore del vecchio centro storico di Casoria. Da allora la struttura ha accolto centinaia di migliaia di persone, confermandosi come avamposto sanitario fondamentale per un territorio molto abitato e provato da tanti problemi economico-sociali.
Nella sua lettera del 26 marzo il direttore dell’ospedale propone perciò la struttura come luogo per continuare a garantire assistenza. Ma dalla Regione ancora nessuna risposta. I Camilliani allora sono usciti allo scoperto: un video, diffuso sui canali social, lancia un appello ancora più diretto: «osserviamo – dicono i camilliani – l’energia che lei presidente De Luca sta mettendo nel creare posti letti ex novo. Le ricordiamo, però, che siamo una risorsa, che ci siamo e vogliamo continuare ad esserci».