“Una petizione popolare per chiudere il carcere di Poggioreale in tempi rapidi, attraverso la procedura di dismissione e vendita alla Cassa Depositi e Prestiti per ottenere il finanziamento per la costruzione del nuovo carcere a Nola”: è l’iniziativa del movimento politico “Sud Protagonista”, presentata oggi in una conferenza stampa, a Napoli, con la contestuale raccolta delle firme finalizzate a sottoporre la richiesta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al ministro della Giustizia.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il segretario federale, Salvatore Ronghi, il portavoce cittadino, Luigi Ferrandino, il Presidente del Comitato ex Detenuti organizzati napoletani, Pietro Ioia, il presidente della Cooperativa “Fiamma”, Antonio Arzillo.
“Il carcere di Poggioreale di Napoli, inaugurato nel lontano 1914, è tra i più vetusti d’Italia ed è, ormai, strutturalmente inadeguato”, ha spiegato Ronghi. “A fronte di una capienza di 1659 posti, le presenze di
detenuti, a Poggioreale, arrivano fino a 2400 detenuti e quasi mai al di sotto dei 2000 e, pertanto, regna una grave condizione di sovraffollamento; quotidianamente si effettuano oltre 400 colloqui, che vedono l’accesso di oltre mille familiari in spazi limitati, che creano grandi difficoltà ai parenti dei detenuti e al lavoro della Polizia Penitenziaria”, ha aggiunto Ioia – sottolineando che “solo nel 2018 si sono verificati nel carcere di Poggioreale ben cinque suicidi e che nel 2017 gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno sventato almeno 70 suicidi. “Con la petizione, proponiamo anche di riconvertire la metà del carcere di Poggioreale in “carcere/ museo” , gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti attraverso apposite cooperative di ex detenuti – ha spiegato Arzillo – , ciò non solo al fine di renderlo polo attrattivo nell’ambito di un progetto di rilancio e riqualificazione dell’intera area di Poggioreale, ma anche per favorire opportunità occupazionali per gli ex detenuti. Infatti, il reinserimento sociale e lavorativo di coloro che hanno pagato il proprio conto con la giustizia è, insieme con la rieducazione, l’altro obiettivo fondamentale della pena sul quale bisogna puntare attraverso lo strumento delle cooperative di ex detenuti e favorendo concrete opportunità di
lavoro”.