Sono 2.012 i positivi del giorno in Campania – di cui 1359 asintomatici e 653 sintomatici – come
emerge dal bollettino dell’unita’ di crisi della Regione. I
tamponi molecolari effettuati sono stati 21.615. La curva del
contagio, che ieri era del 10,02%, oggi e’ del 9,3%.
Si registrano altri 45 morti, per un totale di 6.189 da inizio
pandemia.
I posti letto di terapia intensiva occupati 140 rispetto ai 146
di ieri mentre quelli di degenza ordinaria sono 1.499 contro i
precedenti 1.513. E’ caratterizzata da una duplice
mutazione della proteina Spike la cosiddetta variante indiana
del virus SarsCov2 che, dilagante in India, e’ stata ora
segnalata anche in Svizzera. E proprio questa particolare
‘mutazione tandem’ sarebbe alla base di una sua maggiore
trasmissibilita’ , anche se gli studi sono in corso e manca ancora
una conferma definitiva. A spiegarlo all’ANSA e’ Massimo
Ciccozzi, ordinario di statistica medica ed epidemiologia
molecolare all’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma.
La variante B.1.671 e’ stata segnalata per la prima volta lo
scorso ottobre nello stato di Maharashtra in India: “Attualmente
si sta diffondendo velocemente nel paese asiatico ma e’ ormai
giunta anche in Europa. In Gran Bretagna – afferma Ciccozzi –
sono circa 80 i casi rilevati, mentre in Italia ad oggi
risulterebbe un solo caso segnalato lo scorso marzo in Toscana”.
Si tratta, chiarisce, di una variante con una particolare
caratteristica: “Presenta due mutazione della proteina Spike,
che e’ quella distintiva del virus SarsCov2. Sono le mutazioni
indicate come L452R e E484Q. Attualmente stiamo conducendo uno
studio su tale variante e la nostra ipotesi e’ che le due
mutazioni lavorino ‘in coppia’ ed una rende piu’ forte l’altra,
con il risultato di rendere la variante piu’ trasmissibile”. In
pratica, spiega l’esperto, “la mutazione L452R si comporta come
se fosse un interruttore che accende la seconda mutazione E484Q.
Quest’ultima ha acquisto un nuovo aminoacido Q che le permette
di entrare meglio nelle cellule e di infettarle. Questo perche’ ,
in virtu’ di tale aminoacido, riesce a ‘fondere’ meglio le
membrane cellulari. In questo modo, la variante ‘indiana’
riuscirebbe, secondo la nostra ipotesi, a trasmettersi
maggiormente e piu’ velocemente rispetto al virus originale”. La
sua maggiore trasmissibilita’ , afferma Ciccozzi, “sembrerebbe
confermata dal veloce aumento di casi in India, mentre e’ per ora
contenuta la sua presenza in Europa”. L’ipotesi di una maggiore
trasmissibilita’ , sottolinea, “accresce la preoccupazione, mentre
si sta valutando anche la risposta ai vaccini. Dai primi dati,
emergerebbe una lieve minore efficacia dei vaccini disponibili
su questa variante”. Infatti, precisa, “sembrerebbe diminuire
leggermente la risposta degli anticorpi neutralizzanti stimolati
dalla vaccinazione, ma non dei linfociti T. Questa – commenta –
e’ comunque una buona notizia perche’ indicherebbe una certa
efficacia dei vaccini in uso”. Ad ogni modo, avverte l’esperto,
“la massima cautela e’ d’obbligo ed e’ fondamentale potenziare il
monitoraggio ed il sequenziamento dei genomi dei casi positivi,
in una percentuale di almeno il 10%, per rilevare
tempestivamente la presenza di questa e altre varianti”.
Infatti, “la circostanza che in Italia non siano stati al
momento rilevati molti casi di variante indiana – afferma –
potrebbe essere dovuta anche a un minor flusso di contatti e
viaggi dall’India, ma la questione rende evidente la necessita’
che la vaccinazione anti-Covid sia estesa a tutti i paesi, anche
in Asia”. Se a vaccinarsi sono “solo i Paesi occidentali –
conclude Ciccozzi – il problema non verra’ risolto e saremo
sempre allo stesso punto, perche’ dall’estero arriveranno nuove
varianti contro le quali i nostri vaccini non sono ancora
‘tarati’ e si inneschera’ una ‘rincorsa alla variante’ molto
pericolosa”.