L’agguato nei confronti di Giuseppe Leo, avvenuto nel febbraio 2015, era il  chiaro messaggio a tutti quelli che non versavano ”il regalo per i carcerati”, una tangente imposta dal clan Gionta a imprenditori e commercianti di Torre pizzo-1Annunziata (Napoli) e comuni limitrofi. Da quel tentato omicidio (Leo fu raggiunto da due sicari a bordo di una moto che, armati di pistola, esplosero diversi colpi, uno dei quali feri’ in maniera grave alla testa l’uomo) e’ partita l’inchiesta che ha portato oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata a eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia
nei confronti di otto indagati, accusati a vario titolo di
associazione di tipo mafiosa, tentato omicidio, associazione
finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione,
detenzione e porto illecito di armi, tutte accuse aggravate
dalle finalita’ mafiose.
A capo dell’organizzazione viene ritenuto Pietro Izzo, 41
anni, considerato il referente del giro delle estorsioni per
conto del clan Gionta. Lui e’ considerato anche il mandante
dell’agguato a Giuseppe Leo, che si era rifiutato di pagare una
tangente richiesta quale ”regalo di Natale per i carcerati”.
L’agguato doveva essere eclatante, tanto che Leo fu raggiunto
dai sicari in un’area di servizio in pieno centro a Torre
Annunziata.