Prima tappa estiva di @scuolasenzabulli al campo scuola “Villaggio di Dio” di Calvizzan
“Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo purtroppo viene ancora snobbato dai grandi media nazionali che sembrano non accorgersi dell’emergenza seria in atto nel nostro Paese su questi temi. Per questo abbiamo deciso di intervenire in modo capillare per sensibilizzare i giovani alla cultura della prevenzione e della denuncia. A Calvizzano abbiamo incontrato tantissimi ragazzi del campo scuola ‘Villaggio di Dio’ a cui abbiamo trasmesso il messaggio che le differenze sono un valore e devono essere rispettate. Un incontro straordinario dal quale usciamo tutti ancor più consapevoli che questa è la strada giusta da percorrere”. Queste le parole del presidente del Corecom Campania, Domenico Falco, a margine del primo appuntamento estivo della campagna @scuolasenzabulli che si è tenuto presso il campo estivo “Villaggio di Dio” a Calvizzano.
Don Ciro Tufo, promotore dell’iniziativa, ha illustrato le attività che coinvolgono i giovanissimi studenti: “Reinventiamo la creatività umana a partire dai valori morali e etici. Le istituzioni esistono e i ragazzi devono sapere che ci sono. Per spiegare il fenomeno del bullismo abbiamo trattato la figura di primo Levi che parlava di vittime e carnefici. Ed è quello che vivono i ragazzi di oggi. Sono spesso vittime e diventano carnefici di altri ragazzi. Devono imparare a discernere tra bene e male e agire di conseguenza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda don Daniele Piccolo, vice parroco e co-organizzatore del campus: “Qui non facciamo miracoli, ma cerchiamo di educare i ragazzi a fare gesti innocui. A donarsi gli uni per gli altri e imparare a crescere con il prossimo. I fenomeni di violenza si ripetono nel tempo e si sviluppano oggi attraverso il digitale. Noi li educhiamo alla relazione a incontrare il prossimo rispettandolo e arricchendosi reciprocamente”.
Per Domenico Condurro, presidente regionale dell’Associazione nazionale sociologi “oggi i ragazzi sono più consapevoli e ci sono strumenti educativi e normativi per tutelarli e seguirli nel percorso di denuncia dei casi di bullismo di cui sono vittime o testimoni. Occorre accompagnarli in questo percorso facendo sentire loro la vicinanza delle istituzioni”.
“Anche il bullo è una vittima – da Sonia D’Antonio, sociologa della cooperativa “Rifless” – e subisce il suo essere tale e si sente forte solo nel gruppo, quando è spalleggiato da qualcuno. Diversamente prova profondo disagio. Molto spesso proviene da ottime famiglie ma la noia, la voglia di andare oltre, lo induce a questi comportamenti. Occorre vedere il fenomeno anche dall’ottica dei bulli se si vuole agire in modo efficace per prevenirli. La legge regionale, in questo senso, è molto propositiva. Il suo obiettivo non è squisitamente punitivo bensì quello di aiutare le vittime. Tutte le vittime, bulli compresi”.