A cura di Di Delia Paciello
Una storia di passione e tanta forza interiore quella di Valentino Manfredonia, il pugile napoletano cresciuto in una palestra del Rione Traiano e attivo nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo.
«Quando sei sul ring fai realmente i conti con te stesso, con la tua forza. Sei solo a misurarti col tuo avversario, non c’è altro. Sali e superi quelle corde, e lì valgono solamente i tuoi sforzi, i tuoi allenamenti e tutti i sacrifici: cominci a raccogliere quello che hai seminato in lunghi periodi di duro lavoro», racconta Valentino. Reduce dai Campionati Europei di boxe 2017, ha regalato all’Italia la medaglia di bronzo, nonostante un infortunio al ginocchio.
Ha raggiunto in Ucraina la qualificazione per i mondiali che si terranno a fine agosto. La sua è una passione che porta avanti da quando aveva 10 anni, ed è quello che gli ha dato la forza anche dopo il grave dramma familiare: la perdita di un figlio di soli 3 mesi avrebbe annientato chiunque, ma non Valentino, che immergendosi nel suo sport è andato avanti e dopo solo un mese ha vinto l’oro al Torneo Internazionale Elite.
La sua è la storia di un lottatore, di un sognatore che non si abbatte neanche davanti ad una tragedia. Ed è il messaggio che vuole trasferire ai più giovani. Ora infatti porta avanti con la stessa forza che mette sul ring anche una campagna sociale contro il bullismo. «Da piccolo ero grasso e venivo preso di mira per il colore della mia pelle. So che cosa vuol dire essere vittima di bullismo e di razzismo, e voglio scendere in campo anche per lottare contro le prepotenze e le ingiustizie», continua il pugile napoletano. Proprio i suoi 110 kg, da bambino, lo hanno costretto a tirare i primi pugni. Ma Valentino è cresciuto ed ora rappresenta la speranza del Rione Traiano. Nato in Brasile, adottato poi da una famiglia napoletana quando aveva soli pochi giorni, si è trasferito a Pianura e ha cominciato ad allenarsi in una vicina palestra al Rione Traiano. Per dimagrire inizialmente, ma poi scopre la passione della sua vita.
Comincia presto a fare i conti con la dura realtà di un quartiere difficile, ma non molla, e la sua forza gli consente di rigare dritto e non cadere in tranelli. «Dipende dal carattere – spiega Valentino – ho visto ragazzi prendere brutte strade, ma ora sono più maturo e voglio fare tutto ciò che è nelle mie possibilità per aiutare i giovani che si trovano in situazioni analoghe». E infatti nella storica palestra De Novellis vengono accolti i ragazzi con problemi economici, com’è toccato allo stesso Valentino. I giovani vengono seguiti e indirizzati verso lo sport anche per toglierli dalle strade, con il sostegno del generale Carmine De Pascale, che supporta la lotta e l’informazione contro il bullismo e il cyberbullismo proprio nelle zone più a rischio della città, appoggiando l’iniziativa del quartiere. «Vengono in palestra perchè con me si allenano gratis – continua l’atleta – Altri sport più nobili sono costosi e così i ragazzi senza soldi vengono qui. Molti me li mandano gli assistenti sociali. Hanno brutte storie dietro, si portano la rabbia dentro e si sfogano sui sacchi con violenza. Ma dura poco, poi spesso se ne vanno. Chi viene dalla strada e da esperienze negative difficilmente diventa campione». Sì, perché nella boxe come in ogni altro sport ci vuole disciplina, intelligenza, costanza e tanti sacrifici.
«A volte però basta qualcuno che li ascolti, e io sono pronto a farlo e a offrire la mia esperienza, fatta di dolore ma anche di tanta passione», spiega ancora il peso mediomassimo. Nobile il suo intento, che ha portato anche in TV, ospite negli studi Rai. Ma il pugilato insegna tanto. È uno sport in cui è importante la lealtà e la correttezza. «Proprio nell’ultima gara ho avuto un infortunio e il mio avversario non ha approfittato della cosa. La boxe è una sfida leale. Sali sul ring e sai cosa rischi. E soprattutto hai delle regole da seguire. A molti ragazzi basterebbe capire questo. Con un po’ di determinazione, tutti possono trasformare i propri sogni in realtà».