Aumentano le citta’ coinvolte e la flotta e’ piu’ che triplicata rispetto al 2015 con 35.000 bici a
disposizione. Cosi’ il bike sharing continua a crescere e oggi
tra i servizi di sharing mobility e’ , insieme ai monopattini
condivisi, il piu’ diffuso in Italia e quello che ha sperimentato
subito la risalita piu’ marcata dopo il lockdown.
La fotografia scattata sul mondo della “bici condivisa” dal
Rapporto annuale sul Bike Sharing dell’Osservatorio Nazionale
sulla Sharing Mobility, promosso dalla Fondazione per lo
sviluppo sostenibile con i ministeri dell’Ambiente e delle
Infrastrutture e Trasporti, evidenzia anche una crescita nella
diversificazione dell’offerta: tra veicoli a pedalata muscolare
ed elettrici, modelli operativi “free-floating” (flusso libero),
in soli due anni (2017-2019) passato dal 25% al 55%, e
“station-based” (stazioni definite). I dati presentati alla IV
Conferenza della sharing mobility si riferiscono a un’analisi
condotta su 31 citta’ italiane capoluogo di provincia dove i
servizi attivi sono 39 (+6 rispetto al 2018): Bergamo, Bologna,
Bolzano, Brescia, Como, Ferrara, Firenze, Forli’ , Genova, La
Spezia, Livorno, Mantova, Modena, Milano, Padova, Palermo,
Parma, Pesaro, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia,
Roma, Siena, Terni, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia e
Verona. Il rapporto evidenzia poi che le bici elettriche in
condivisione sono 5.413 (15%) e che il 70% appartiene a servizi
free-floating. Crescono anche le iscrizioni dei cittadini
(+60%), complice – si legge – il massiccio contributo del
free-floating (grazie a iscrizioni immediate). Per quanto
riguarda le modalita’ di utilizzo, il free-floating e’
caratterizzato da noleggi brevi: il 50% non supera i 5 minuti e
il 73% e’ inferiore ai 500 metri con un maggiore uso nel weekend
(1 noleggio su 4 avviene nel fine settimana). Per lo
station-based gli spostamenti sono tra 1 e 2 km, il 60% dei
noleggi dura tra i 6 e i 20 minuti ed e’ utilizzato negli orari
di picco (18% tra le 8 e le 10 del mattino e 17% tra le 17 e le
19). Dove i due sistemi coesistono, (Bergamo, Mantova, Milano,
Padova, Parma, Reggio Emilia e Torino) per il rapporto, dal
2017, il numero dei noleggi totali e’ rimasto costante, a variare
e’ stata la proporzione a favore del servizio a “flusso libero”
in soli due anni (2017-19) passato dal 25% al 55%. In termini di
costi, emerge che gli abbonamenti annuali ai servizi di bike
sharing sono molto diversificati: minimo 15 euro a Siena,
massimo 300 euro per il free-floating di Parma. Per un viaggio
di 20 minuti si spende in media circa 1,2 euro (free-floating)
mentre 0,5 euro per lo station-based. Infine il maggiore
utilizzo giornaliero di ciascuna bici si registra a Brescia con
il servizio BiciMia (2,3%, circa 1h e 20 al giorno), seguito da
CicloPi di Pisa e ToBike di Torino.