Davanti a 60 mila persone il suo appello. “Cari napoletani, largo alla speranza e non lasciatevi rubare la speranza! Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico pappa2commercio della droga e altri crimini. Non lasciate che la vostra gioventu’ sia sfruttata da questa gente!”. La corruzione e la delinquenza, ha auspicato Bergoglio, “non sfigurino il volto di questa bella citta’! E di piu’: non sfigurino la gioia del vostro cuore napoletano!”. “Ai criminali e a tutti i loro complici – ha quindi aggiunto – oggi io umilmente, come fratello, ripeto: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio!”, perche’ “e’ possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli”. Subito dopo Francesco ha fatto tappa al carcere di Poggioreale, dove e’ stato a pranzo con circa 120 detenuti, tra cui anche 13 transessuali. E in Duomo, dove al clero ha raccomandato lo “spirito di poverta'” ricordando “quanti scandali” e “quanta mancanza di liberta'” ci sono stati nella Chiesa “per i soldi”, un piccolo siparietto e’ stato l’assedio delle suore di clausura di sette monasteri, fatte uscire per l’occasione dal cardinale Crescenzio Sepe, che lo hanno circondato d’affetto e di doni con suo vistoso stupore. “Addo’ papa 12jate!”, ha gridato loro Sepe. E al momento della venerazione della reliquia di San Gennaro, baciata dal Papa, la sorpresa dello scioglimento del sangue – che di norma avviene solo tre volte l’anno, per la festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre -, come non era successo con Wojtyla nel 1990 e con Ratzinger nel 2007, ne’ mai prima davanti a un Papa. “Il vescovo ha detto che il sangue e’ meta’ sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a meta’, dobbiamo convertirci un po’ tutti perche’ ci voglia piu’ bene”, ha commentato Francesco. Dopo il saluto dei malati nella chiesa del Gesu’, sulla rotonda Diaz Francesco ha tuonato nuovamente contro il “terrorismo delle chiacchiere”, contro una societa’ che “scarta” giovani e anziani, e anche contro la teoria “gender”, da lui definita “uno sbaglio della mente umana”. Quindi, prima di ripartire per Roma dopo 10 ore a tamburo battente, il saluto finale in napoletano: “Ca ‘a Maronna v’accumpagne!

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