Se le forme di aggregazione criminale di giovani, come le baby-gang, “derivano da organizzazioni camorriste, bisogna intervenire con la procura per i minori anche con nuove forme di intervento come la sospensione della potesta’ genitoriale, per percorsi positivi in grado di rappresentare un’alternativa ai giovani portandoli fuori da contesti criminali”.

Lo ha detto a Napoli il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, spiegando che a volte le baby gang sono “frutto del controllo della camorra che familisticamente si perpetua in maniera capillare attraverso forme di violenza molto dure per dimostrare, appunto, quanto sia capillare il proprio controllo del territorio”. “Questi giovani possono essere portati – ha detto – a percorsi professionali e formativi e inseriti in circuiti diversi da quelli criminali. In questo modo cominciano a capire che esiste anche una societa’ diversa; a volte e’ l’ignoranza che impedisce ai giovani di capire quale strada prendere.

Il giovane si trova a volte su un ciglio in cui puo’ cadere da un lato o dall’altro ma ha ancora la possibilita’ di percorrere la strada della legalita’, solo che la si insegni dando una alternativa sociale, economica e familiare”.
Il procuratore ha spiegato che le baby gang altre volte sono pero’ anche “spontanee forme di emarginazione sociale ed economica a cui rispondono cosi’ i ragazzi”. ”Di fronte a forme di questo tipo bisogna pensare a percorsi formativi, educativi e richiamare le famiglie a un maggior controllo, come pure le scuole e i servizi sociali” ha concluso De Raho.