Hanno trattenuto a lungo il fiato i tifosi italiani nelle piazze dove, con le cautele dettata dalla
pandemia non ancora sconfitta, era stato permesso l’allestimento
dei maxischermi per seguire la sfida contro la Spagna. Poi e’
cominciata la festa nelle strade per la nazionale tornata in
finale agli europei nove anni dopo.
Ma di certo la situazione oggi e’ diversa dal 2012; stavolta
fuori dal campo e nelle piazze del Paese c’e’ da superare la
sfida del rischio contagio. Contro le ‘furie rosse’ spagnole,
gli italiani hanno pero’ ritrovato la voglia di stare insieme
nonostante le regole anti-assembramento e – vista
l’impossibilita’ di andare a Londra, causa le severe norme
antiCovid del governo britannico – le cosiddette ‘fanzone’
sorvegliate hanno sostituito gli spalti di Wembley: tra le aree
dedicate ai supporter, quella a Roma in piazza del Popolo – tra
le piu’ grandi d’Europa – e’ stata accessibile solo tramite
prenotazione almeno tre ore prima, con una capienza massima
consentita di 2.500 posti e altri mille ai Fori Imperiali. Il
tutto regolato da specifiche misure, come i segnaposto in terra
per garantire la distanza.
A Milano, invece, per vedere la partita sui maxischermi si
sono organizzati centri privati per i quali era comunque
necessario riservare il posto mentre il Comune – per evitare
caos e gruppi troppo numerosi di tifosi – non ha allestito spazi
specifici. A Trento e Bolzano la cautela e’ stata ancora piu’
alta: per evitare il ripetersi dei disordini verificatisi al
termine delle partite precedenti, il sindaco bolzanino ha
firmato due nuove ordinanze, identiche a quelle adottate per la
partita di venerdi’ scorso contro il Belgio, confermando il
divieto, esteso a tutti i locali della citta’ , di vendere
alcolici da asporto e bevande in bottiglie di vetro, dalle 20
alle 6. A Trento nessuna deroga ad un’ordinanza simile, e gia’ in
vigore, sul contenimento della movida di giovani ed universitari
in centro storico. A Trieste, per evitare di allestire
maxischermi con il rischio di assembramenti, sono state
agevolate varie autorizzazioni sulla dotazione di proiettori e
tv nei locali pubblici. Durante la partita, anche in piazza a
Palermo non e’ stata prevista alcuna programmazione.
Schermi un po’ ovunque invece a Jesi, la citta’ del ct azzurro
Roberto Mancini nei giardini pubblici e nelle piazze del centro:
qui gia’ per Italia-Belgio era stato montato un maxischermo
davanti al Palasport con un centinaio di persone a fare pic-nic
sul pratone del parcheggio. A Napoli, citta’ dal tifo caldo per
eccellenza, sono state allestite aree per i supporter in piazza,
in centro storico e fuori dai bar di tutti i quartieri. Colori e
sciarpe della nazionale nei luoghi che animano l’estate
bolognese: uno dei piu’ significativi all’Arena Puccini, dove per
una sera – invece dei film – si e’ scelto di proiettare la
semifinale. Un altro luogo insolto e’ stato il teatro Ariston di
Sanremo, tradizionale sede del Festival della canzone. E se a
Torino i cori da stadio hanno riecheggiato al Mirafiori Motor
Village, le bandiere tornano a sventolare anche ad Alessandria,
proprio dove fu issato per la prima volta il Tricolore italiano.
C’e’ chi anche chi, a Pescara, ha intonato cori in spiaggia,
nello spazio del villaggio ‘City Summer’. Persino gli artisti si
sono fermati per l’evento. A Cervere (Cuneo) Antonello Venditti
ha spezzato in due il suo concerto per seguire il match con il
pubblico e poi riprendere lo spettacolo. Aldila’ del risultato,
nel centro montano di Capracotta (Isernia) e’ stato reso omaggio
a Raffaella Carra’ con la canzone dal sapore italo-spagnolo
‘Fiesta’.