Ancora brutte notizie dal fronte dei vaccini. Astrazeneca ha deciso un ulteriore taglio delle sue forniture all’Italia: in
una settimana vengono consegnate dosi con una decurtazione tra
il 10 e il 15%, secondo quanto comunicato a varie regioni.
Invece di 566 mila fiale ne vengono recapitate 506 mila. Il
piano di somministrazione accumula cosi’ nuovi ritardi, proprio
mentre entra nel vivo la fase che coinvolge scuola e forze
dell’ordine. Ed innervosisce ancora di piu’ le Regioni, tanto che
dopo una lunga Conferenza dei governatori il presidente Stefano
Bonaccini rivolge un appello unanime al governo, al quale si
chiede un incontro urgente: “Serve un deciso cambio di passo
nella campagna vaccinale, che e’ la priorita’ e sta andando a
rilento non per disguidi organizzativi. Il problema e’
l’approvvigionamento”. Insomma, l’esecutivo Draghi deve reperire
piu’ dosi, poi serve personale per vaccinare, con un accordo
quadro con i medici di base.
Quanto ad Astrazeneca, “si tratta di una riduzione di 9 mila
dosi per le prossime consegne e questa e’ una brutta notizia”,
dice l’assessore alla Sanita’ del Lazio Alessio D’Amato.
“Gravissima la riduzione improvvisa – commenta il governatore
Nicola Zingaretti -. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma con
questa incertezza e’ tutto piu’ difficile. Situazione
“insostenibile” per il presidente della Lombardia Attilio
Fontana che ha chiesto che Mario Draghi “faccia sentire’ la sua
voce “autorevole” in Europa per tutelare gli interessi italiani
e la campagna vaccinale delle Regioni.
In serata con un comunicato Astrazeneca fa sapere che “sta
lavorando per rispettare l’impegno di consegnare all’Italia 4,2
milioni di dosi nel primo trimestre, con l’obiettivo di superare
i 5 milioni”. “La consegna effettuata ieri e’ risultata inferiore
di circa il 7% rispetto alle previsioni – afferma la
multinazionale – ma allo stesso modo le consegne della settimana
precedente erano leggermente superiori al previsto”. Astrazeneca
sottolinea la complessita’ di produzione di un vaccino del
genere, ribadisce di vendere solo a governi e mette in guardia
dalle truffe.
Ma l’ennesimo stop, che si aggiunge a quello di Moderna giorni
fa (ma su quantita’ molto minori) e prima di Pfizer, irrompe nel
dibattito sull’autonomia di acquisto delle Regioni. Dopo il
presidente del Veneto Luca Zaia che ha parlato di 27 milioni di
dosi offerte alla Regione da intermediari, chiedendo un via
libera all’acquisto dal commissario Domenico Arcuri, oggi la
Toscana parla di autarchia nella produzione dell’anti-Covid.
“Stiamo pensando di usare i fondi europei destinati alla ricerca
farmaceutica e in particolare ai vaccini per incentivarne la
produzione – dice il governatore Eugenio Giani -: l’invito
dunque che rivolgo alle aziende toscane e’ di attrezzarsi per
dare seguito a questa opportunita’ “. “L’Italia tuteli gli
interessi nazionali e le programmazioni delle Regioni – afferma
Zingaretti -, intanto prepariamoci alla produzione di vaccini
validati da Ema e Aifa (Agenzie del farmaco europea e italiana,
ndr) da parte delle nostre aziende”. E nei giorni scorsi il
progetto di una possibile produzione dello Sputnik russo era
stato ventilato nel Lazio rafforzato poi dai risultati dello
studio dello Spallanzani che hanno giudicato il siero russo
efficace al 92% e sicuro. La Repubblica di San Marino, inserita
nel territorio dell’Emilia Romagna, tra le regioni piu’ colpite
dal coronavirus, sceglie di non aspettare l’autorizzazione
dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) per il vaccino russo
(peraltro ancora non richiesta).”Al momento e’ impossibile
trovare nel mercato ufficiale vaccini che siano gia’ approvati
dall’Ema, al di fuori del canale con la Commissione Ue – dice il
segretario di Stato di San Marino per la Salute, Roberto
Ciavatta -. Quindi abbiamo deciso di percorrere anche la strada
dello Sputnik per un quantitativo limitato, il 15% del
fabbisogno”. “Ci sentiamo garantiti”. aggiunge, visto l’impiego
di Sputnik in molti altri Paesi. Intanto “l’Ema ha gia’ delineato
delle linee guida che pubblicheremo nei prossimi giorni e che
abbiamo concordato con la Fda (Federal and drug administration,
l’omologa Usa, ndr) per facilitare nuovi vaccini contro le
varianti – rende noto Marco Cavaleri direttore Dipartimento
Vaccini Ema -; la Commissione Ue snellira’ il processo
amministrativo per approvare questi nuovi vaccini”. Ema valutera’
anche la conservazione del vaccino Pfizer a -15/-25 gradi invece
di -70, come annunciato dall’azienda, il che faciliterebbe la
campagna di somministrazione.