“La misura assunta ieri nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la
sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da
concerto, colpisce il settore produttivo italiano che piu’ di
ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel
contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza
statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono,
in virtu’ del senso di responsabilita’ dimostrato
nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori,
lavoratori e pubblico, i luoghi piu’ sicuri del Paese, insieme a
musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura,
mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione
degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure
disposte considerano invece compatibili altre attivita’ che per
la propria natura non possono garantire i livelli di protezione
adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli
operatori”. Lo scrivono gli assessori alla cultura dei
principali comuni italiani in una lettera al premier, Giuseppe
Conte, e ai ministri competenti.
“Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia
di migliaia di professionisti, e’ inoltre uno dei piu’ rilevanti
settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla
CIG quasi la totalita’ dei lavoratori al fine di garantire una
paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse
professionalita’ impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno
profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri,
cinema e sale da concerto nel pieno rispetto dei protocolli per
la tutela della salute”.
“Da amministratori pubblici responsabili delle politiche
culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione
e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo
consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio
necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro
Paese. Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra
attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello
spettacolo produrra’ effetti economici disastrosi per un settore
gia’ duramente provato, e soprattutto privera’ i nostri
concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e
riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento
fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle
comunita’ , soprattutto nei suoi momenti piu’ critici e dolorosi,
si e’ sempre fondata soprattutto sulla possibilita’ di condividere
esperienze culturali”.
“Consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa
disposizione, al piu’ presto, affinche’ teatri, cinema e sale da
concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del
Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio
delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla,
incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione
epidemica. Chiediamo, nelle more della riapertura delle sale
teatrali, cinematografiche e da concerto, un’immediata
attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per
tutte le lavoratrici
e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai
soggetti professionali la cui attivita’ e’ caratterizzata da
intermittenza, occasionalita’ e precarieta’ , che abbia corso e
validita’ a partire gia’ da lunedi’ 26 ottobre”.