Nonostante il calo dei contagi e l’inizio della fase 2 e mentre dalle spiagge alle montagne fino
alle città d’arte il mondo del turismo cerca di prepararsi tra
mille dubbi e perplessità a questa strana estate post epidemia,
si raffredda la voglia di vacanze degli italiani. Aumenta
infatti – secondo un’indagine di Confturismo-Confcommercio in
collaborazione con Swg – la quota di chi, al termine
dell’emergenza, rimanderà la vacanza anche potendola fare e le
prime uscite post Covid-19 saranno di pochi giorni e vicino alla
propria città, con l’obiettivo di stare il più possibile
all’aria aperta.
Da domani riaprono le prime spiagge, quantomeno per
consentire agli stabilimenti di avviare i lavori in vista
dell’estate. Ma sono tante le aree del paese in cui la
ripartenza è stata rinviata e le proteste non mancano: dalla
riviera romagnola alla Versilia, dove domani le strutture
apriranno per un’ora per protesta, i balneari si mobilitano
contro la mancata possibilità di riprendere a lavorare. Da
governo ed enti locali arriva un generale invito alla cautela,
mentre si studiano le modalità di apertura anche con i sindacati
in vista dell’estate.
Il distanziamento tra gli ombrelloni e la prenotazione
obbligatoria tramite App sono misure ritenute da tutti
necessarie. Non ha fatto breccia l’uso di strutture in
plexiglass per separare le postazioni, ma non mancano altre idee
per garantire una giornata di mare in sicurezza. Una soluzione è
quella proposta dalla società Kaos Lab di Cagliari: una sorta di
“isola”, con ombrellone e sdraio, munita di doccia e sistema di
sanificazione, che consente, anche attraverso delle passerelle,
di non stare troppo attaccato al vicino. Fioccano anche le
proposte di app per prenotare stabilimento e posto ombrellone,
fino al numero massimo consentito. MetaWellness, una giovane
start-up di Bari, sta distribuendo, invece, agli stabilimenti un
braccialetto “anti-Covid” che avviserà i cittadini quando non
rispettano la distanza di sicurezza di un metro da altri utenti
e in grado di ricostruire i contatti di un utente nel pieno
rispetto della privacy e senza alcuna App, bloccando sul nascere
possibili focolai.
Insomma, le proposte non mancano, ma tutto dipenderà
dell’evolvere dell’epidemia e dalla domanda. Secondo
Confturismo, gli italiani restano preoccupati per l’emergenza: a
marzo erano l’86% ad aprile sono diventati l’80%. Più della metà
degli intervistati, il 57%, dichiara che, anche dopo la fine
dell’emergenza, non si muoverà per fare una vacanza, a marzo era
il 53%; il 32% dichiara che farà vacanze, ma di 2 o 3 giorni e
senza allontanarsi troppo. Insomma, più che ferie estive, le
vacanze degli italiani assomigliano ai cosiddetti “short break”
di mezza stagione, con un impatto molto più ridotto sui consumi.
Solo il 20% vorrebbe fare le valigie appena l’emergenza
sanitaria sarà conclusa, il 15% è incerto per le disponibilità
economiche, l’8% non sa se potrà farlo per le ferie e impegni
lavorativi.