“Sarò con te e tu non devi mollare!: riprendendo il canto del senegalese Bamba, che si esibisce, accompagnato dal suono di tamburi, con musicisti ucraini e messicani, la Napoli multietnica e multirazziale, canta in coro l’inno inconfondibile della città partenopea, che dopo 33 anni si avvicina allo storico scudetto, per abbracciare dal vivo Stella Moris, moglie del fondatore di Wikileaks, Julian Assange e la sua sua vicenda giudiziaria ed umana. E lo fa in un Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ricolmo di tante etnie  (erano presenti le comunità dalla Costa d’Avorio, Senegal, Messico, Gambia, Burkina Faso, Afghanistan, Sri Lanka, Mali, Bielorussia, Ucraina, Somalia, Nigeria, Sudafrica), dove la Moris ieri sera (giovedì 27 aprile) ha ritirato il Premio Pimentel Fonseca nella sua VIII edizione, che ha aperto “Imbavagliati”.  Il Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 dà voce a quei giornalisti sottoposti a censura e perseguitati nei loro paesi, in programma fino a sabato  29 aprile. Il premio, in onore della storica giacobina, è stato consegnato proprio in quella in città, prima in Italia a deliberare al consiglio comunale la cittadinanza onoraria ad Assange, grazie all’intervento degli attivisti di #freeassangenapoli. Napoli potrebbe dare presto la cittadinanza onoraria a Julian Assange, detenuto da quattro anni in Gran Bretagna. “L’intenzione è portare avanti questa iniziativa”, ha detto il vicesindaco Laura Lieto, intervenendo in rappresentanza del Sindaco Gaetano Manfredi, alla cerimonia di premiazione. Durante la cerimonia anche la consegna a Stella Moris della significativa  tessera del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e quindi della Federazione Nazionale della Stampa da parte di Claudio Silvestri segretario generale aggiunto Fnsi e Vittorio Di Trapani, Presidente della FNSI.

E sempre nel corso dell’evento è stato introdotto anche l’interessante libro di Nils Melzer “Il processo a Julian Assange – Storia di una persecuzione”, edito da Fazi Editore, presentato proprio ieri nella sede romana della Federazione. 

“Sono profondamente onorata di ricevere questo premio – ha detto Stella Moris, visibilmente emozionata – Julian, naturalmente, sa che sono qui oggi e spero che quando torneremo a Napoli sarà con lui al mio fianco. Credo che tutti voi conosciate la situazione di Julian in questo momento. Rischia di morire in prigione o di essere condannato. Ed è la nostra capacità di mobilitarci e di informare un pubblico che ha a cuore la giustizia e la dignità a fargli ottenere la libertà. Tenendo Julian in prigione, il segnale che viene inviato è che non si può più dire la verità. La verità sulle guerre in Afghanistan e in Iraq, guerre comunicate attraverso la propaganda e l’insabbiamento delle informazioni”.

Durante stessa cerimonia, come di consueto, è stato assegnato anche il “Premio Pimentel Fonseca – Honoris Causa” che quest’anno è stato conferito alla preside Annalisa Savino“per aver difeso con la forza delle parole e delle azioni, attraverso il suo lavoro di dirigente scolastica, vissuto come una missione, la Memoria, la Storia, la Resistenza e la Costituzione Italiana”. Proprio nei giorni in cui si ricorda la liberazione d’Italia dal governo fascista, la preside Savino assurge a simbolo di resistenza per aver ricordato la nascita dei regimi totalitari, quando, qualche mese fa, dopo il pestaggio avvenuto davanti al Liceo Michelangelo di Firenze, passato sotto silenzio e nell’indifferenza delle forze dell’ordine, scrisse un’accorata lettera ai propri studenti sulle origini del fascismo, che le costò dure critiche dal Governo. “Sono enormemente grata per questo riconoscimento prestigioso  – ha detto la Savino – perché è intitolato ad una donna per la quale sento una forte ammirazione. Questo premio per me è motivo di orgoglio perché ho vissuto a lungo nel Cilento e sono stata sempre sensibile alla vicenda della Repubblica Napoletana e alla vicenda di Eleonora Pimentel Fonseca, una cittadina del suo tempo, una donna coraggiosa”.

L’altra premiata “Honoris Causa” è stata l’attivista e presidente della consulta immigrati del Comune di Napoli, Fatou Diako,“per aver costruito ponti di solidarietà locali e internazionali, con il suo instancabile impegno di attivista, contribuendo a far diventare Napoli una città-rifugio”. “Sono molto emozionata per questo premio. Io ho sempre e solo difeso la mia libertà e quella degli altri – ha detto Fatou Diako – noi immigrati dobbiamo sempre lottare per il permesso di soggiorno, quella è la nostra libertà. Purtroppo sono tanti che sono disperati, che vivono per strada. Ho preso a cuore il destino dei giornalisti perché mi sono detta che in quell’articolo 21 della Costituzione Italiana ci ritroviamo tutti noi: la libertà di scrivere è anche quella di manifestare, di esprimersi, di lottare per i propri diritti”.

L’evento internazionale, promosso dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e Articolo21, conferito attraverso la decisione di un comitato scientifico presieduto da Nino Daniele, è dedicato alla memoria di Eleonora Pimentel Fonseca, patriota napoletana e fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, che fu giustiziata nei moti rivoluzionari napoletani il 20 agosto del 1799 a Piazza Mercato. In onore della storica giacobina, le protagoniste della manifestazione sono giornaliste e attiviste che portano avanti la difesa dei diritti civili.

Dopo il poetico e pregno di umanesimo discorso inaugurale del presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Massimiliano Marotta, l’accorato intervento di Giuseppe Giulietti, fondatore e coordinatore nazionale di Articolo21, già presidente della FNSI. Nel corso della serata sono intervenuti Vittorio Di Trapani, Presidente della FNSI, che ha consegnato il premio alla Moris, con Nino Daniele, presidente del comitato scientifico ed ex assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli;  Paola Spadari, Consigliera Segretaria dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, che ha premiato la preside Annalisa SavinoClaudio Silvestri, segretario generale aggiunto Fnsi, che ha premiato Fatou Diako.

Alla cerimonia erano presenti inoltre Carmela Rescigno, Presidente della II Commissione Speciale “Anticamorra e Beni Confiscati”, Anna MottaPino Paciolla, genitori di Mario Paciolla, i campani Mimmo Rubio, giornalista sotto scorta, Luciano Esposito, cronista più volte minacciata. Nel corso del festival è stata inaugurata la mostra “Gianluca Costantini per Imbavagliati”, in programma all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici fino al 31 maggio. Con i suoi disegni a linea chiara, Costantini realizza una narrazione per immagini in uno stile diretto e contemporaneo, toccando con delicatezza temi scioccanti e attuali. Il risultato è al tempo stesso sofisticato e di grande impatto emotivo. Artista e attivista, anche lui “imbavagliato”, perché accusato di terrorismo dal governo turco, da anni combatte le sue battaglie umaniste attraverso la sua arte.

“Imbavagliati – Festival Internazionale di Giornalismo Civile” è un format originale realizzato dall’Associazione Culturale “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria”,  in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Articolo 21, la Federazione Nazionale della Stampal’Ordine Nazionale dei Giornalisti, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campaniae con il patrocinio di Amnesty International Italia. 

 

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