“I napoletani sono una risorsa umana più che tecnologica. Napoli mi fa dimenticare di essere cieca: vedo attraverso gli occhi della gente. Mai pentita di aver amato troppo, è l’opportunità della vita. Sono rinata tante volte e la volta in cui minetti 1mi è piaciuto di più è quella in cui sono rinata insieme a mio figlio. E vi racconto delle difficoltà con A me me piace ‘o blues”. Così Annalisa Minetti ai microfoni de “I Radioattivi” (con Ettore Petraroli e Rosario Verde) su Radio Club 91. “Siamo nati per amare ed è la ricchezza più grande che abbiamo, è l’opportunità della vita, quindi non smetterò mai di farlo”. La cantante si dedica da anni anche alle competizioni olimpioniche racconta “ci metto 2 minuti e 20 secondi per fare 800 metri e – ironizza – posso anche evitare il traffico”.
E sulle major discografiche ha la sua idea: “Un artista ha un grande riconoscimento quando ha alle spalle una grande gestione. Se questa viene a mancare, l’artista ne paga le conseguenze nonostante le proprie qualità. Nel mio caso c’è tanta qualità da parte mia, ma non un’accurata gestione del mio personaggio, anche se adesso tutto è cambiato (il manager infatti è diventato il marito Genny Esposito). Quindi la mia rinascita parte anche da questo. Ai tempi del mio Sanremo, le major come Sony Music rincorrevano il guadagno veloce ma non investivano su di me ma ora bisogna curare la mia credibilità come artista e come sportiva”.
Nel suo tour 2015 in giro per l’Italia sono presenti sia suoi brani che cover di collaborazioni con vari artisti. Ma “è stato difficile interpretare A me me piace ‘o blues di Pino Daniele, un’impresa cantarla”.
E su Napoli e i Napoletani: “Ho imparato il napoletano da Linda, la mia più cara amica e dai napoletani stessi. Sono una persona che ha un ottimo orecchio quindi quando sono tra le persone, in strada mi piace tantissimo ascoltare e riprodurre i suoni e le espressioni così da sentirmi più a casa.
Mi piace tantissimo Napoli perché mi ha dato l’opportunità di dimenticarmi di non vedere. Ogni volta che esco in strada non so che significa non vedere perché c’è sempre il supporto morale e umorale dei napoletani. Siete una risorsa umana, più che tecnologica”

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