“Il problema delle “Morti bianche non va mai in vacanza. E’ una piaga sociale italiana su cui non bisogna spegnere i riflettori. Perché nessuno ne parla e non si trova una soluzione?”.
Se lo chiede Nando Misuraca, cantautore, giornalista e produttore indipendente, figlio di Bruno, geometra capocantiere deceduto a Napoli nel maggio 1999.
L’artista lancia una versione inedita di “Anime Bianche” (su etichetta- Suono Libero Music) e racconta: “Avevo appena parlato a telefono con Carlo Soricelli, amico e ideatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna- Morti sul lavoro. Lui fa un lavoro importante a riguardo ed, anche quella volta, mi aveva segnalato l’ennesimo operaio deceduto su di un cantiere. Pochi istanti dopo, ho trovato questa versione del brano che mi ha particolarmente emozionato. E’ una versione grezza, diretta come un pugno nello stomaco. E questa problematica è un dolore immenso per me. Spero che possa essere un pretesto per parlare ancora di questi lavoratori, figli dello Stato italiano, abbandonati a loro stessi”.
Secondo l’Osservatorio bolognese: Dall’inizio dell’anno sono morti complessivamente 825 lavoratori, di questi 525 morti sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere e in altri ambiti lavorativi. Il 35% sono operai agricoli, il restante in edilizia o per altre cause attigue.
La canzone, incisa nel 2012, vede Misuraca tra i ruderi del celebre “Lido Pola” a Napoli e Città della Scienza. Il Lido, scenario delle vacanze dei napoletani degli anni ’60, è stato abbandonata al degrado negli anni 90, e sorge a ridosso dell’acciaieria di Bagnoli, l’Italsider- Ilva, tutt’ora in attesa di riqualificazione. “Quando girai il video avevo persino la mascherina- sorride ironico il cantautore partenopeo- strumento di protezione che si è sdoganato durante il Covid. Il Lido Pola oggi è stato affidato ad una cooperativa sociale ma per 20 anni è stato abbandonato. Con la troupe girammo indisturbati, tra quelle macerie e l’anfiteatro di Città della Scienza che , pochi mesi dopo, nel 2013, fu protagonista di un tragico incendio. Tutti simboli dell’incuria italiana che aspetta il morto per provare a cambiare qualcosa”.
Misuraca, noto per il suo impegno civile con canzoni come “Mehari Verde” (dedicata a Giancarlo Siani ed alla libertà di stampa) o alla questione migranti con “Kebrat”, o all’ultima “Non sopporto”, per gli operatori dello spettacolo vessati dalla pandemia, asserisce convinto: “Non ci fermiamo. Sono troppe le famiglie, come la mia, devastate da queste perdite insensate e senza risarcimento. In Italia esistono morti di serie A e Serie B. Le morti bianche sono di categoria inferiore, per il nostro Stato, rispetto, alle vittime della malavita organzzata, per esempio”.
Incalza il cantautore partenopeo: “L’Inail tiene conto dei dati denunciati, non dei lavoratori a nero che sono tantissimi. C’è confusione e in questa terra di nessuno, spesso gestita dal malaffare, ci finiscono tutti questi morti innocenti”.
Importante è la sua collaborazione al fianco della Cgil Fillea: “Da anni, con la Fillea Campania, diretta dal segretario Vincenzo Maio, e con l’aiuto dei sindacati Nazionali degli edili, cerchiamo con progetti e manifestazioni di sensibilizzare attivamente sul tema, ma chi è al Governo che deve intervenire. Serve una presa di posizione, una legge per l’omicidio sul lavoro- asserisce duramente Misuraca- che penalizzi i datori del lavoro ignoranti della sicurezza, e premi quelli virtuosi”.
LA RACCOLTA FONDI PER LE FAMIGLIE
In questi anni attività sono tante le storie che si sono intrecciate a quella di Misuraca. Tra queste c’è Lalla Quinti, figlia di Leonardo, artigiano deceduto ad Arezzo nel 2016, in circostanze poco chiare La donna è oggi portavoce della sezione “famigliari vittime del lavoro” di Medicina Democratica. E’ la stessa a spiegarci il suo impegno a riguardo: “Medicina Democratica dal 1976 promuove il diritto alla salute, la tutela ambientale, sicurezza e igiene del lavoro, condizioni di vita dignitose e salubri per tutti/e. Dopo un decesso sul lavoro si è soli, e noi pensiamo ai superstiti. Abbiamo istituito un fondo per le famiglie, interamente detraibile dalla dichiarazione dei redditi, essendo da un ente del terzo settore, la donazione è libera. Speriamo nel sostegno della gente, per questa giusta causa”.
Per partecipare l’Iban è: IT36A0501801600000017036708 .
Intestato a: Medicina Democratica
Causale: “Donazione sezione vittime del lavoro”