La pandemia da Covid-19 lo ha costretto a rivedere il calendario di progetti già fissati per
2020 e 2021. In primis la possibile partecipazione alle
paralimpiadi di Tokyo. E, poi, alla preparazione per la scalata
all’Everest. Impresa che programma da tempo in grado di farlo
entrare nei record: sarebbe il primo uomo al mondo con
amputazioni agli arti superiori e inferiori a raggiungere il
Tetto del Mondo. Ma Andrea Lanfri, in attesa della fase 2, ha
deciso comunque di allenarsi a casa, correndo una mezza maratona
nel giardino della sua abitazione in provincia di Lucca.
“Davanti casa ho uno spazio verde, con alcuni olivi e frutti. Ho
preso le misure e sono 58 metri. E, visto che dovevo testare le
nuove protesi” ho pensato di percorrere una mezza maratona nel
giardino”. In tutto sono 363 passaggi in quei 58 metri non
piatti nè lisci come una pista di atletica. “Ci sono un sacco di
buche, radici e insidie di vario genere, correrci con due
protesi non è cosi scontato e banale, ma in quarantena avevo
bisogno di fare un allenamento non solo di resistenza fisica, ma
anche mentale – racconta -. Farlo per più di 3 ore non è stato
per niente semplice. Mi ero allenato nei giorni scorsi su
distanze più brevi, alla fine le protesi e il corpo hanno
reagito bene e ho pensato di provare a fare una mezza maratona”.
Lanfri non ha smesso di allenarsi anche sul fronte arrampicata e
alpinismo. “Ho attrezzato casa con corde, moschettoni,
imbragatura, caschetto e l’ho trasformata, anche se con un
pizzico di immaginazione, in una parete da scalare, ho anche
rispolverato la vecchia trave per le trazioni – racconta ancora
Lanfri -. Non c’è il senso di libertà e sfida di affrontare
un’arrampicata, ma in questo periodo difficile per tutto il
paese non posso lamentarmi”. L’atleta, che 5 anni fa ha
sconfitto la meningite, subendo l’amputazione degli arti, sa
quanto sia importante il ruolo di medici e infermieri. “Ho
passato mesi in ospedale, un lungo cammino nel quale medici e
infermieri, per molto tempo, sono stati tra i pochi contatti che
potevo avere – racconta -. Ma in quel periodo stavo già pensando
a come reagire, guardavo al futuro. E spero che gli italiani
possano resistere per riuscire a rialzarsi più forti di prima,
un po’ come è successo a me”.