Sabato 30 gennaio, dalle ore 9, Innecesareo, associazione nazionale presieduta da Francesca Alberti organizza nell’Auditorium dell’Ospedale del Buonconsiglio Fetebenefratelli, un convegno nazionale dedicato al “parto dopo taglio cesareo e nascita rispettata”. Evento nato per sensibilizzare gli operatori del settore a questa problematica e per informare le donne cesarizzate sulla possibilità di partorire spontaneamente i successivi figli e sollecitare in esse una presa di coscienza del loro ruolo attivo nell’ambito della nascita.
Con Innecesareo, molti specialisti napoletani, in primis da Roberto Vigorito, ginecologo del Fatebenefratelli e Agostino Menditto della Clinica Mediterranea, sicuri punti di riferimento nella nostra regione per le donne in attesa che reclamano il proprio diritto ad essere protagoniste attive di un parto naturale e di una nascita rispettata.
“Ci sono casi nei quali il parto cesareo è indispensabile, ma questo non vuol dire che esso debba essere usato ed abusato come fin troppe volte accade nella nostra nazione e maggiormente a Sud, prevalentemente per ragioni organizzative e di salvaguardia legale degli specialisti, prima ancora che della salute della madre e del nascituro che dovrebbero invece avere sempre la precedenza assoluta.” – afferma Vigorito. “Rivendichiamo la nostra dignità di medici ostetrici che ci deve vedere impegnati sempre nell’esercizio della nostra professione di tutori della salute e del benessere globale delle nostre pazienti e dei loro piccoli” – precisa lo specialista del Fatebenefratelli.
“Innecesareo è la prima associazione nazionale, fondata nel 2012, attiva nella prevenzione di cesarei innecessari, di routine in Italia – spiega la presidente Francesca Alberti – Il sistema e l’altissima medicalizzazione, ci hanno tolto competenza e fiducia in noi stesse, in ciò che sappiamo fare da sempre: partorire e allattare i nostri figli”.
“Innecesareo si propone di essere di aiuto nel favorire risveglio e consapevolezza femminile, libertà di scelta, potere nel parto – continua – Per questo nostro secondo convegno nazionale abbiamo scelto Napoli, città che si trova in una delle regioni con il più alto tasso di cesarei e medicalizzazione in Italia, è una sfida per noi essere qui, ma pensiamo che un cambiamento sia possibile, aprendoci al confronto con operatori sanitari e donne e fornendo informazioni corrette e aggiornate”.
Il più che mai discusso cesareo, non espone a rischi gli operatori sanitari, quindi non crea problemi legali né ai medici e paramedici né alle strutture sanitarie pubbliche e private; permette di programmare le nascite ma è un intervento vero e proprio e non un metodo soft alternativo alla nascita: la fase postoperatoria ha tutte le sue innegabili implicazioni fisiche e psicosomatiche. E non è un caso che si dica che il cesareo lascia due cicatrici sulla donna: una sul corpo, l’altra nell’anima.
Non rispetta soprattutto il diritto inalienabile della gestante a gestire la nascita del proprio figlio. Insomma, potremmo dire che accontenta tutti tranne proprio le donne che dovrebbero essere i soggetti attivi nella nascita del proprio figlio, le vere protagoniste di un evento indimenticabile.
Una lunga battaglia a favore della quale nel febbraio 2012 il Ministero della Sanità italiano ha emanato delle linee guida. Nonostante ciò, di fatto, sono pochi i centri nascita che garantiscono questo diritto inalienabile; ancora meno a Sud, soprattutto per le donne che hanno subito più volte il cesareo.