Il 2019 era stato l’anno record per l’occupazione in ambito turistico ma la pandemia ha fatto
bruscamente invertire la rotta e mette a rischio 1,3 milioni di
posti di lavoro. A lanciare l’allarme Ente Bilaterale Nazionale
Turismo, Federalberghi e Fipe alla luce del XII rapporto
“Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo” che hanno
realizzato sull’occupazione del 2019. Le conseguenze piu’
preoccupanti per il turismo, che nel 2019 valeva il 13% del Pil,
sono quelle sull’occupazione: solo ad agosto e solo per alberghi
e ristoranti sono state autorizzate 44 milioni di ore di cassa
integrazione, corrispondenti a 254 mila mensilita’ a tempo pieno.
Ancora piu’ allarmante e’ quanto riportato nella relazione di
accompagnamento al decreto agosto: da gennaio a maggio 2020 le
assunzioni nei settori turismo e terme si sono ridotte dell’80%
per i contratti di lavoro stagionale e del 60% per quelli a
tempo determinato. Per i prossimi mesi, le previsioni non
migliorano, infatti, da agosto a fine anno, il Governo stima una
riduzione delle assunzioni nell’ordine del 70%.
“Siamo ben lontani dall’uscita del tunnel – commenta il
presidente di Federalberghi Bernabo’ Bocca – e per salvaguardare
le imprese e i posti di lavoro gli ammortizzatori sociali
saranno necessari sino alla ripresa del mercato turistico.
Servono inoltre misure di accompagnamento che promuovano il
rientro in servizio dei lavoratori del settore, sostenendo le
imprese che, nonostante il contesto sfavorevole, vorrebbero
investire sulla ripartenza”.
Nel 2019 – secondo lo studio – gli occupati dipendenti nel
settore turistico sono stati nella media dell’anno 1.300.512,
con un aumento rispetto al 2018 del 4,7%. In particolare, si
trattava di donne (52,6% sul totale) e i giovani (il 60,1% ha
meno di 40 anni). Il turismo, sottolineano le associazioni,
riesce in quello che nessun governo riesce mai a fare: far
entrare nel mondo del lavoro due delle categorie che
storicamente hanno piu’ difficolta’ a trovare un’occupazione.
Il 46,3% risulta assunto a tempo pieno e il restante 53,7% a
tempo parziale. Gli stranieri rappresentano il 25,0% della forza
lavoro dipendente.
Nel dettaglio, le imprese ricettive contano una forza lavoro
dipendente media annua pari a 269.530 unita’ , i pubblici esercizi
989.354, l’intermediazione 32.480, il termale 7.573 e i parchi
di divertimento 1.575.
Il numero delle aziende turistiche con lavoratori dipendenti e’
pari a 200.388 (media annua), di queste 27.365 appartengono al
comparto ricettivo, 166.723 ai pubblici esercizi, 5.852
all’intermediazione, 252 al comparto termale e 196 ai parchi di
divertimento.
L’organico nel settore turismo e’ in media pari a 6,5 lavoratori
dipendenti per azienda. In particolare, nel comparto ricettivo
hanno lavorato 9,7 dipendenti per azienda e in quello dei
pubblici esercizi 5,9 dipendenti per azienda.
Nell’intermediazione, invece, i dipendenti per azienda sono
stati 5,5, mentre nel comparto termale e nei parchi di
divertimento sono stati rispettivamente 29,9 e 7,5.
La Lombardia e’ la regione con piu’ lavoratori dipendenti nel
turismo con 234.795 unita’ . La seconda regione e’ l’Emilia-Romagna
con 132.770 lavoratori, terzo il Lazio con 128.834. Seguono, il
Veneto che occupa 128.400 lavoratori dipendenti e la Toscana che
ne registra 95.833. La provincia con piu’ occupati nel turismo e’
quella di Milano con 111.708 lavoratori su un totale di
1.300.512 dipendenti. Al secondo posto si e’ classificata la
provincia di Roma con 106.118 dipendenti. Terza la provincia di
Napoli con 49.159 lavoratori nel turismo. Quarta la provincia di
Venezia che ha registrato 37.332 dipendenti e quinta la
provincia di Bolzano con 36.264 dipendenti.