I dati diffusi dalla Svimez impongono interventi piu’ incisivi in questa area del Paese: se, infatti, e’ vero che la crisi si attenua al Nord non si puo’ dire altrettanto per il Mezzogiorno dove la crescita continua ad essere di segno meno, con una forbice compresa tra il -0,2 della Calabria e il -0,7 per cento dell’Abruzzo e la Campania inchiodata al -1,2%”. Cosi’,in una nota, Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania e responsabile Mezzogiorno del sindacato con delega ai Fondi europei, commenta i dati del rapporto Svimez sul Mezzogiorno presentati oggi a Roma. “Negli anni della crisi, dal 2008 al 2014 le perdite piu’ pesanti si sono registrate al Sud con profonde difficolta’ in Puglia (-12,6%), Sicilia (-13,7%), Campania (-14,4%). 750mila giovani hanno lasciato il Mezzogiorno, 576mila posti di lavoro sono andati i fumo in 5 anni e ancora nel 2015 calano gli investimenti pubblici (-3%)”. “Non solo – prosegue Lucci -: se la poverta’ nel 2014 ha smesso di crescere al Nord e’ soltanto leggermente diminuita al Sud, e se poi guardiamo agli anni della crisi, dal 2008 al 2013 il numero di incapienti e’ piu’ che raddoppiato nel Mezzogiorno passando dal 5,2 al 10,6%. In Campania il 37% della popolazione, piu’ di un cittadino su 3, e’ a rischio poverta’ e quasi 7 persone su 10 guadagnano al massimo il 40% del reddito medio”. “Dati che impongono un deciso cambio di rotta nelle politiche del Governo a favore del Mezzogiorno – conclude la sindacalista della Cisl – e un piano di interventi strutturali per le aree svantaggiate del nostro Paese. Azionidi cui non c’e’ traccia nella legge di stabilita’ dal momento che non sono previsti investimenti specifici e che i tagli alle regioni per 15 miliardi di euro programmati per il prossimo triennio costringeranno a nuove contrazioni degli investimenti e dei servizi, a danno dei piu’ deboli