Sabato prossimo il Duomo di Napoli ospiterà il Concerto per la Pace, promosso dalla Regione Campania, in collaborazione con la Fondazione Campania Festival e la Curia di Napoli. L’evento si propone di lanciare un messaggio universale di fratellanza e speranza nell’anno del Giubileo, unendo popoli e culture attraverso il linguaggio senza confini
della musica. Napoli, città che nel 1943 si è distinta per il coraggio delle sue “Quattro Giornate”, torna a farsi simbolo di
libertà e solidarietà. La sua storia millenaria, arricchita dall’incontro di civiltà diverse, rende questa città il luogo
ideale per ribadire con forza l’importanza della pace in un mondo dilaniato da conflitti. II concerto porterà sul palco artisti provenienti da paesi oggi segnati da gravi conflitti, come Ucraina, Russia, Palestina, Israele e Iran. Tra questi: Noa (Israele) e Miriam Toukan (Palestina), simbolo di dialogo e collaborazione. II violinista Graf Mouria e la pianista Nina Solodovnikova (Russia), che si esibirà con il tenore campano Giuseppe Talamo. Le giovani pianiste ucraine Diana e Danielle Dvalishvili, un inno alla resilienza delle nuove generazioni. Il gruppo multiculturale Sistanagila, che unisce artisti iraniani e israeliani. Ad arricchire il programma, il talento italiano di artisti come Lina Sastri, Enzo Avitabile, Irene Grandi, Ermal Meta, Tosca, e le orchestre Sanitansamble e Scarlatti Young, che incarnano il legame tra tradizione e innovazione. Al concerto doveva partecipare anche Sting che però ha avuto dei nuovi impegni che
lo hanno poi costretto a declinare l’invito. Molti i giovani che
saranno al Duomo, come sottolinea don Antonio Loffredo,
vicepresidente della Fondazione Napoli Centro e che da anni
lavorà alla Sanità con i ragazzi: “La cattedrale manda anche un
messaggio ai giovani che penso che oggi guardino con difficoltà
alle guerre in corso. Quando ero piccolo mi ricordo che sembrava
che tutto il bello sarebbe avvenuto domani mattina, oggi penso
che i giovani pensino con difficoltà al futuro, perché lo vedono
vestito di morte e non di vita. Allontanare questo grande
pericolo che è la guerra dal mondo significa dare futuro ai
nostri ragazzi”.
La serata, al via alle 18, sarà condotta da Marisa Laurito e
Neri Marcorè, con il supporto di contributi giornalistici a cura
di Carmen Lasorella e Claudia Conte, interventi storici di
Maurizio de Giovanni. Il curatore artistico Francesco Cicchella,
in collaborazione con la Fondazione Campania Festival, diretta da
Ruggero Cappuccio, ha ideato una serata che trasforma le note in
simboli di speranza, dimostrando come l’arte possa superare ogni
barriera culturale e politica.