Insieme all’autore Antonio Centomani, Enzo Colimoro, Julija Majarčuk e Donatella Gimigliano

Non poteva che registrare grande attenzione ed interesse, la presentazione che i tanti conoscenti, amici ed estimatori di Antonio Centomani (regista cinematografico e di grandi eventi, come il Globo d’Oro della stampa estera) hanno voluto godersi a Villa Domi dove è stata presentata, in anteprima nazionale, la sua opera prima con la partecipazione di Enzo Colimoro, Segretario Generale dell’Ordine Giornalisti della Campania, dell’attrice ucraina Julija Majarčuk e Donatella Gimigliano Giornalista – Relazioni Pubbliche & Comunicazione, ufficio stampa dell’evento.

L’opera che, come auspicato dallo stesso autore, potrà tradursi anche in un lavoro cinematografico ci auguriamo, anzi siamo certi, avrà gran successo in entrambe le versioni.

Domenico Kontessa, emblema dell’ospitalità con la sua Villa Domi, dimora settecentesca situata sul punto più alto dei Colli Aminei, da dove strategicamente domina lo stupendo panorama del golfo partenopeo, ha ospitato la presentazione del volume di Antonio Centomani “Il mercante di seta nera” (Musitalia Editore).

L’avvincente storia di un amore tra un nobile e una schiava nell’Inghilterra del ‘700 è il tema dell’opera letteraria, del genere narrativa di ambientazione storica, che Enzo Colimoro ha magistralmente presentata, unitamente a Centomani e con un arricchimento della lettura di alcune pagine che Julija Majarčuk, attrice che proprio nel napoletano ha iniziato la sua carriera interpretando numerosi film come “Impepata di Nozze” con l’attore Vincenzo Soriano ed altri, ha fatto vivere ai i tanti partecipanti all’incontro.

Ambientato in una Inghilterra di fine del XVIII secolo il romanzo racconta la storia si Oliver Wellesley, futuro duca di Wellington, che vive la maturità all’insegna del disprezzo per le regole sociali. La sua vita è fatta di viaggi nelle lontane Indie e forse per questo motivo non ha mai voluto una moglie. Durante un nuovo viaggio arrivati sulle coste del Ghana nel piccolo porto di Axim, la flotta si ferma per rifornirsi di cibo e per comprare altri schiavi. Sir Oliver, come al suo solito, preferisce sceglierli personalmente, ed è tra queste persone che incontra Afua, una giovane di una bellezza mozzafiato, occhi come perle e una pelle come seta nera. L’incontro inaspettato condanna il protagonista ad affrontare quei demoni della coscienza rimasti sopiti per troppi anni.

Se decidi, o meglio, senti, di scrivere un romanzo, saper stare dietro ad una telecamera e conoscere il linguaggio della cinematografia, ti dà inevitabilmente una marcia in più. E Antonio Centomani nel suo romanzo “Il mercante di seta nera”, ha dimostrato di avercela – ha sottolineato Colimoro – nera è il colore della pelle, seta è il pensiero di Centomani che usa il ‘700 inglese per accompagnarci sapientemente sulle vie impervie dei pericoli di oggi: il razzismo. Poteva essere possibile, si chiede Centomani, zoommando con la sua telecamera nel cuore di chi legge, un amore tra uno schiavista ed una persona considerata schiava? La risposta è sì. Quel che è più difficile è avere il coraggio di viverlo e non svilirlo a possesso e proprietà. E qui Centomani, con l’occhio allenato alla telecamera, riesce a scrivere e a ritrarre le miserie dell’anima che non hanno tempo, senza mai perdere di vista la forza catartica dell’amore. Da leggere, per capire e conoscere quella storia, quel tempo, quella società. Che è sì cambiata, ma che non è mai morta”.

“Nel mio percorso da autore ho avuto l’opportunità di scrivere per il cinema, ed è proprio grazie a questa esperienza che nasce l’idea di questa avventura editoriale – ha raccontato Centomani – ho confessato a Dario Salvatori, che ha curato la prefazione del romanzo, di aver sognato l’incipit della storia immaginando lo scenario in cui si muovono i personaggi, una Londra del ‘700 nel pieno dei traffici della compagnia delle indie orientali tra nobiltà e schiavismo”.

 “Come se fossi dietro la telecamera ho immaginato una avvincente storia d’avventura e d’amore, ma volevo anche renderla impossibile – ha aggiunto – ed è proprio d’amore che volevo parlare nell’accezione massima del significato. Di pagina in pagina, durante la scrittura, i personaggi e le loro vite mi hanno portato a caratterizzarli forti e spregiudicati a partire proprio dal protagonista Oliver, ma l’incontro con Afua sarà determinante per la svolta della sua rocambolesca vita”.

Nel corso dell’incontro, Antonio Centomani ha annunciato anche che l’evento televisivo del quale Donatella Gimigliano è artefice, il “Women for Women against Violence – Camomilla Award” quest’anno si terrà a Napoli in autunno e andrà in onda sulla RAI, un evento tv pensato dalle donne per le donne organizzato dall’Associazione Consorzio Umanitas per promuovere il contrasto alla violenza di genere e il benessere delle donne che lottano contro il tumore al seno.

Giuseppe De Girolamo