Torneranno a riempirsi e’ soprattutto a ‘ingolfarsi’ i Pronto Soccorso nella fase due, con
un aumento di pazienti non affetti da coronavirus che fino ad
ora hanno disertato le strutture di emergenza per timore del
contagio. Questo inversione di tendenza rispetto agli scorsi
mesi, nei quali il minor ricorso alle strutture ospedaliere ha
portato gli esperti del Centro Cardiologico Monzino a lanciare
ad esempio l’allarme per una mortalita’ quasi triplicata per
infarto acuto e per una diminuzione del 40% le procedure
salvavita di cardiologia interventistica, potrebbe portare caos
nelle strutture di emergenza italiane. A lanciare l’allarme e’ la
Simeu, Societa’ italiana medicina d’emergenza-urgenza. I medici
dell’emergenza-urgenza evidenziano che “percorsi separati e
organizzazione delle cure basate sui nuovi modelli studiati per
l’emergenza garantiscono ai pazienti di ricevere le cure piu’
appropriate e nel minor tempo possibile”, ma che “tuttavia si
rischia una nuova emergenza: tornare alla normalita’ non puo’
significare tornare alla situazione di sovraffollamento del
periodo pre Covid”. Con un meccanismo a catena, infatti, un
lavoro rallentato in Pronto Soccorso, in attesa dei risultati di
un tampone per il Covid che attesti la non positivita’ di un
paziente da ricoverare in reparto, puo’ portare a un
rallentamento dei percorsi e un affollamento delle sale
d’attesa, impendendo il rispetto delle distanze di sicurezza.
“Alle strutturali difficolta’ di ricovero per la carenza di letti
nei reparti di degenza – spiega infatti Simeu – si aggiunge ora
la difficolta’ da parte dei reparti ad accogliere i pazienti dal
pronto soccorso prima dell’esito del tampone che verifichi la
negativita’ al virus Sars Cov 2. Questo fenomeno porta a un
rallentamento dei percorsi, creando sovraffollamento in sala
d’attesa e nei locali attigui, impendendo il rispetto delle
distanze di sicurezza”. Per Salvatore Manca, presidente della
Simeu, problemi si stanno verificando gia’ adesso. “Stanno
arrivando da tutta Italia- spiega infatti Manca- numerose
segnalazioni su gravi problemi che si stanno verificando nei
Pronto Soccorso per l’impossibilita’ del rispetto delle distanze
di sicurezza sia nelle sale di attesa che per i pazienti in
attesa di ricovero o sottoposti ad accertamenti clinici. Un
fenomeno in aumento causa anche la richiesta dei reparti di
degenza di sottoporre i pazienti al tampone prima del ricovero.
Questo fatto mette a nudo, quanto gia’ segnalato dalla Simeu,
gravi carenze strutturali della maggior parte dei nostri Pronto
Soccorso, amplificati dalla necessita’ dei percorsi differenziati
per la gestione dei pazienti covid e delle altre patologie”.