A ottobre c’e’ stato un boom di persone intossicate da funghi velenosi, molte delle quali
arrivate tardi in ospedale, probabilmente per paura di
contagiarsi con il virus SarsCov2. A segnalarlo e’ Carlo
Locatelli, direttore del Centro Antiveleni-Centro Nazionale di
Informazione Tossicologica dell’Irccs Maugeri Pavia, che lancia
un appello a non perdere tempo prezioso e recarsi subito al
pronto soccorso quando compaiono i primi sintomi di malessere.
“Quest’anno stiamo avendo molti casi di intossicazioni, piu’
dell’anno scorso, probabilmente grazie al mix di piogge e
giornate di sole che hanno favorito la crescita di questi funghi
velenosi. Non si tratta solo dell’amanita phalloides, ma vi sono
circa 37 specie che contengono la tossina alfa amanitina,
altamente dannosa per il fegato. Gia’ solo nel mese di ottobre
nel nostro centro abbiamo avuto 200 casi di avvelenamento da
funghi, molti dei quali velenosi”, spiega all’ANSA Locatelli. Il
tempismo in questi casi e’ fondamentale. I primi sintomi di
avvelenamento (vomito, nausea e diarrea) possono comparire tra
le 6 e 24 ore dall’ingestione, ma “se si aspetta troppo, si
rischia di arrivare quando ormai e’ troppo tardi per evitare il
danno al fegato e si puo’ solo fare il trapianto – continua – Non
dimentichiamo che la mortalita’ da intossicazione da funghi
velenosi non e’ bassa e va dal 2 al 10%”. Il problema e’ che in
quest’ultimo mese non solo si sono avuti molte intossicazioni,
ma diverse arrivate quando era troppo tardi al Nord e Centro,
“probabilmente per la paura di prendersi il Covid – prosegue
l’esperto – Percio’ vogliamo lanciare un appello, in vista di
questo fine settimana di bel tempo dove probabilmente molti
andranno a raccogliere funghi e anche per novembre. Prima di
tutto e’ bene far controllare i funghi prima di consumarli presso
i servizi micologici delle asl, che lo fanno gratuitamente tutta
la settimana”. Poi evitare di farli mangiare a bambini e anziani
e infine se si sta male, conclude, “recarsi subito in pronto
soccorso o almeno rivolgersi telefonicamente ai Centri
antiveleni per una prima consulenza”.