Sono la Comunità di Sant’Egidio e il professore Salvatore Capasso, direttore del Dipartimento di scienze umane e sociali del Cnr, i vincitori del Premio internazionale ‘Guido Dorso’ che quest’anno si arricchisce di una sezione dedicata al Mediterraneo. I premi sono stati consegnati nel corso di una cerimonia che si è svolta presso la sede della Scuola di specializzazione in beni architettonici dell’Università Federico II di Napoli alla presenza, tra gli altri, del sindaco
di Napoli, Gaetano Manfredi, e del rettore dell’Ateneo federiciano, Matteo Lorito. “Questa edizione è un prologo di
quello che come sempre si terrà al Senato della Repubblica il prossimo 10 ottobre – ha detto Nicola Squitieri, presidente
dell’associazione ‘Guido Dorso’ – abbiamo voluto realizzare questa nuova sezione dedicata al Mediterraneo come area ormai di grande interesse, di solidarietà, di pace e di sviluppo della stessa area europea”. La Comunità di Sant’Egidio ha ricevuto il premio per l’azione svolta a favore dei diversi territori dell’area mediterranea, mentre il professore Capasso ha ricevuto il riconoscimento per l’impegno profuso a livello pluriennale con la redazione del Rapporto sul Mediterraneo. “Napoli è al centro del Mediterraneo che oggi è sempre più il teatro geopolitico più importante a livello europeo – ha sottolineato il sindaco Manfredi – questa iniziativa del Premio di aprire anche una finestra sul Mediterraneo e sugli attori che operano e studiano le problematiche euromediterranee è la prospettiva giusta rispetto al ruolo che il Mezzogiorno d’Italia sta avendo e dovrà avere sempre di più”. In occasione della cerimonia è stata lanciata dai promotori l’idea di un’Università del Mediterraneo. A tal proposito, il rettore della Federico II, Matteo Lorito, ha
affermato: “Penso che oggi le Università del Mediterraneo siano
pronte a collaborare seriamente tra di loro, si può sicuramente
immaginare di insegnare una disciplina comune nelle grandi
università del Mediterraneo anche per ricordare che il
Mediterraneo in passato è stato in Mare nostrum. Noi qui a Napoli
già da molto tempo stiamo parlando con le Università del
Mediterraneo e forse è il momento di approfondire”.