La scorsa settimana, alla Facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si è svolto il “Corso base di ipnosi e comunicazione ipnotica per le professioni sanitarie”, tenuto dal dottor Giancarlo Russo, fisioterapista e ipnologo di fama internazionale
Giancarlo, tu sei, di fatto, l’erede del professor Karel Lewit, uno dei giganti della fisioterapia, recentemente scomparso, e diffondi il suo innovativo approccio in giro per il mondo, dall’America, Stati Uniti, Costarica, Brasile, e, passando per l’Europa, fino alla Corea del sud. I tuoi corsi, però, hanno una particolarità: alle tecniche fisioterapiche associ sempre l’ipnosi, di cui sei grande esperto e cultore, tanto da rappresentare l’Italia alla prestigiosa Uk Hypnosis Convention che si terrà a Londra questo fine settimana. Come nasce questo connubio fisioterapia-ipnosi?
Da circa 25 anni mi interesso di Ipnosi, interesse che nasce da frequentazioni specifiche e da studi approfonditi della materia. Lavorando come fisioterapista e, quindi, vivendo a contatto con il dolore degli esseri umani, dolore sia di calibro strettamente fisico che emozionale (la paura di non recuperare dalla lesione, il timore che quel fastidioso mal di schiena ti accompagnerà per tutta la vita, l’ansia di riprendere una tanto amata attività sportiva, eccetera), ho cominciato a inserire alcune tecniche ipnotiche nella mia pratica riabilitativa quotidiana,. La soddisfazione dei miei pazienti e gli importanti risultati ottenuti mi hanno incentivato a continuare su questo percorso che vede, nell’interazione corpo-mente, la chiave di una efficace riabilitazione motoria. E’ così che l’ipnosi è diventata parte integrante delle mie routine di lavoro. Mi preme sottolineare che l’ipnosi gode attualmente di un enorme corpo di evidenze scientifiche di efficacia su numerosissimi disturbi, molti dei quali anche di competenza riabilitativa, come il dolore (nelle forme acute e croniche, quello oncologico, quello dell’ustionato, quello pediatrico) e il recupero di schemi motori compromessi e di gesti sportivi alterati.
Vuoi spiegare ai lettori, in poche parole, cosa realmente è l’ipnosi?
Normalmente, visti i costanti stereotipi contro i quali bisogna combattere nel nostro paese, inizio spiegando cosa l’ipnosi non è e cosa non fa. L’ipnosi non è sonno, non fa perdere il controllo, non fa emergere ricordi compromettenti dal passato, non è un dominio mentale di una persona su di un’altra, non è pericolosa, non ha effetti collaterali, non dà dipendenza e dall’ipnosi si viene sempre fuori.
L’ipnosi, in sostanza, è un normale funzionamento del nostro sistema nervoso e può essere di due tipi, spontanea e indotta. Chi di noi non si è mai perso nei suoi pensieri mentre guarda il panorama scorrere attraverso il finestrino di un treno in movimento? Ecco, per certi versi, questa particolare situazione è sovrapponibile allo stato ipnotico ed è una condizione che insorge spontaneamente, in seguito a vari stimoli, nell’essere umano.
L’ipnosi indotta vede, invece, un operatore, l’ipnotista, che induce attraverso alcune parole o alcuni segni, lo stato ipnotico nel cliente.
Esiste, inoltre, una terza condizione, l’autoipnosi, grazie alla quale il paziente, che è già stato ipnotizzato da un operatore, riesce a ricreare ogni volta che lo ritenga necessario, quel determinato stato della mente.
Contrariamente a quanto accade in moltissimi paesi europei e d’oltreoceano, questa è forse, nella storia recente, la prima volta che un corso di ipnosi viene tenuto in un’Università pubblica italiana.
Sono fiero di essere stato il primo a introdurre l’ipnosi all’interno di un’Università italiana, e ciò mi riempie di soddisfazione anche in virtù dell’enorme prestigio di cui gode la Federico II di Napoli. Questo evento ha un’importanza a mio giudizio epocale. Si entra nelle aule universitarie dalla porta principale, mostrando al pubblico degli “addetti ai lavori” la grande potenzialità dello strumento ipnosi nei diversi aspetti applicativi della scienza medica.
Durante il corso hai parlato a medici, fisioterapisti, odontoiatri e infermieri, ribadendo più volte, in modo chiaro e forte, quali sono gli obiettivi e, soprattutto, i limiti che deve aver presente ogni figura nell’utilizzare questo approccio. Credi che una formazione offerta dall’Università ai vari professionisti che operano in campo sanitario possa concretamente garantire uno standard qualitativo elevato, sinonimo sia di comprovata competenza che di sicurezza per i clienti?
L’Università Federico II è storicamente garanzia di qualità nella formazione che offre e, anche questa volta, visti gli alti standard del corso proposto, questa tradizione è stata ampiamente rispettata.
Il corso ha visto, essendo un corso base introduttivo, una fase formativa comune alle varie categorie professionali, peraltro ben edotte in merito a competenze e limiti nell’uso della tecnica ipnotica, nella quale è stata insegnata, nei vari aspetti metodologici, la fase induttiva dello stato di trance.
In un seminario avanzato, ogni categoria professionale seguirà i programmi pratici relativi alla propria attività clinica.
Come ho detto, l’ipnosi è uscita da tempo da vecchi stereotipi e vecchi cliché, e si sta prendendo tutti gli onori che merita, soprattutto a livello medico e scientifico.
Grande merito per questo corso va al professore Clemente Servodio Iammarrone, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa, e alla Responsabile Scientifica, dottoressa Teresa Caione. Ormai, grazie a loro, alla loro capacità di esplorare nuovi territori sempre in favore dei pazienti e della ricerca, nonché alla loro tenacia, hai aperto una strada importante; oltre al livello avanzato che terrai l’anno prossimo, ci saranno nuove edizioni di questo corso?
Il seme è stato piantato con questo corso base e, adesso, sta germogliando.
Insieme al prof. Iammarone e alla dott.ssa Caione stiamo organizzando a Napoli una nuova edizione del corso base, visto il successo ottenuto dalla prima edizione e al crescente numero di richieste, per poi proporre un percorso avanzato specifico per le varie figure mediche.
Finalmente l’ipnosi, per la prima volta in Italia, ottiene un riconoscimento di alto livello entrando nella sua sede naturale per vocazione, l’Università e la Facoltà di Medicina e Chirurgia, e sono contento che questo avvenga a Napoli.
Per me è un grande onore.
Allora a presto, di nuovo qui a Napoli, e grazie per quanto stai facendo
A cura di Paolo Scognamiglio