Dottoressa Fiorella Paladino, ci parla di lei e del suo lavoro ? Sono Laureata nell 81 ma per i vari problemi dei concorsi che erano bloccati in quell’epoca sono entrata nel 91 in Ospedale, pero’ dall’ 81 al 91 che mi sono laureata ho sempre fatto la volontaria nei reparti d’urgenza, al Pronto Soccorso e la medicina d’urgenza del San Paolo, quindi e’ dall’81 che io di fatto frequento i reparti d’urgenza ! La mia vita professionale e’ stata dedicata alle emergenze. . Una grande soddisfazione di tanti anni di lavoro ? Guardi, io le vivo ogni giorno, e le devo dire, anche la piu’ recente dei giorni scorsi ( di una signora gravida che era venuta per un problema importante di erpes, ma , io mi sono fermata a parlare con lei, cinque minuti per tranquillizarla, lei mi ha cercato per ringraziare e per dire “ siete stati troppo gentili “, ma questo e’ quello che ci piace del nostro lavoro ! Il nostro e’ un lavoro, dove molto spesso poi, purtroppo il paziente lo perdiamo di vista, perche’ se va ricoverato nei reparti, quindi noi viviamo molto intensamente, perché la complessita’ del nostro lavoro e che noi abbiamo poco tempo per decidere che cosa fare ! Percio’ io sono convinta che il medico d’urgenza deve essere un medico molto colto, perche’ noi dobbiamo sapere quello che basta, ma di tutto, perche’ dobbiamo inquadrare in tempi brevissimi il paziente! Dobbiamo avere l’idea di che cosa e’ successo a quel paziente nel piu’ breve tempo possibile, dobbiamo provare a trattare il paziente poi verificare subito dopo se quello che abbiamo fatto e’ giusto! Quindi noi abbiamo un rapporto che e’ molto intenso con il paziente. La complessita’ ma la bellezza del nostro lavoro è proprio questa cioè di decidere in tempi brevi e molto spesso di condividere una fase iniziale cosi’ complessa con il paziente e con la famiglia che prevede ovviamente anche una sensibilta’ ( che non tutti ce l’hanno ), pero’ s’impara questo, e questo s’impara anche sul campo con i “ Maestri “, ed io sono stata molto fortunata perche’ ho avuto un grande Maestro. . Dottoressa come viene organizzato il lavoro all’interno del Pronto Soccorso ? I pazienti posso accedere al Pronto Soccorso, prevalentemente attraverso due modalita’, ovvero con l’ambulanza del 118 che sono una netta minoranza, in linia con i dati della Regione, ma ovviamente molto al di sotto dei dati Nazionali, oppure una modalita’ autonoma di accesso ! Esiste in realta’ un’altra modalita’ di accesso “ Cardarelliana “ diciamo cosi’, che e’ questo trasferimento da altri Istituti per competena, ovvero se non ci sono anche in assenza i posti letto, perche’ qua’ ormai diciamo è veramente impossibile allocare direttamente un paziente sul letto! . Quanti pazienti in una giornata arrivano ? In una giornata, tipo inizio settimana ne arrivano 331 nei scorsi giorni, ci sono giornate in cui possiamo avere 250, 270 accessi, pero’ sono poche queste giornate ! Ed e’ ovvio che il sistema va’ molto in difficolta’, perche’ diventa molto complicato gestire un afflusso tale di pazienti, le risorse ovviamente risultano comunque insufficienti, ma sia risorse di personale, anche risorse come barelle, sedie a rotelle, cioè a un certo punto c’è un esaurimento proprio di tutto quello che serve per accogliere un paziente, quindi è una situazione che ci fa’ vivere poi un po’ a disagio ! Comunque i pazienti che arrivano comunque fanno il “ Triage infermeristico ” ! . Che cos’è il “ Triage Infermeristico “ ? Il Triage, in realta’ è una valutazione, un momento di accoglienza e di valutazione da parte degli infermieri, in base al motivo di accesso e alla misurazione di alcuni parametri vitali, si stabilisce la priorita’ di accesso alla visita, che non significa la gravita’ del paziente, ma significa il paziente che ha la necessita’ di essere visto piu’ urgentemente di altri! Quindi la codifica del colore non è un grando di urgenza ma e’ un grado di priorita’ accesso alla visita. E’ ovvio che molto spesso queste due cose vanno insieme, pero’ anche un dolore fortissimo assolutamente irresistibile come puo’ essere ad esempio il dolore della colica renale che potrebbe essere un codice verde, ma se e’ un dolore fortissimo ovviamente bisognera’ dare un codice di gravita’ diverso perche’ va fatto un trattamento piu’ precoce ! Quindi e dopo la codifica, abbiamo la sala del codice rosso per cui i pazienti accedono al codice rosso direttamente. . Ci parla del codice rosso, il codice verde, il codice giallo, in particolare in quali casi i pazienti accedono al codice rosso?
Il codice rosso arrivano i pazienti che hanno una compromissione di una delle funzioni vitali ( per esempio non sono coscienti, oppure hanno una grave insufficienza respiratoria, oppure hanno uno shock e quindi per esempio la pressione e’ molto bassa, oppure hanno una situazione in cui comunque c’è un deficit neurologico importante, i pazienti traumatizzati gravi, tutta una categoria di persone che e’ in imminente pericolo di vita ! Quindi è una priorita’ di accesso immediata. Questo è il codice rosso. Invece il codice giallo, il paziente che anch’esso presenta un problema che va risolto al piu’ breve tempo possibile ! Noi abbiamo un’organizzazione perche’ ci sono dei problemi strutturali, ovviamente questo e’ un Ospedale che e’ stato costruito negli anni nei quali non era previsto questa tipologia di organizzazione, quindi purtroppo e’ l’organizzazione che si è dovuta adattare alla struttura. Quindi abbiamo una medicheria dedicata esclusivamente ai codici gialli con tre medici, in questa medicheria quindi vengono trattati i pazienti che hanno si delle compromissioni delle funzioni vitali pero’ non sono in imminente pericolo di vita. Poi invece abbiamo la maggioranza degli accessi perche’ comunque rappresentano la piu’ grande fetta che sono i codici verdi ! I cordici verdi che arrivano quindi con una tipologia di problemi che va affrontata con un urgenza differibile, anche se noi abbiamo dei tempi di attesa che non sono lunghissimi perche’ mediamente per la presa in carica con un codice verde sono 122 minuti, quindi con piu’ di due ore che e molto piu’ basso della media Nazionale, quindi comunque c’è un lavoro di grande attenzione sulla presa a carico dei pazienti, sul controllo.
A cura di Valentina Busiello