In Fondazione Banco Napoli un allestimento permanente ambientato nel ‘700 con la statuina dell’architetto Fuga
Un presepe in divenire, dalla forma ottagonale, che diventa il portale dell’Archivio Storico e la trasposizione plastica del suo immenso patrimonio. Giovedì 14 dicembre alle 13, a Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli, la presentazione del “Presepe dei Banchi” realizzato in collaborazione con l’Associazione presepistica napoletana. Il focus: la missione degli otto Banchi Pubblici di Napoli nel presepe napoletano del ‘700. La peculiarità di quest’allestimento permanente, è la possibilità di rinnovarsi continuamente nel racconto inserendo nuovi personaggi e dettagli che fanno parte delle “storie” già note o di nuova scoperta dell’Archivio. Un esempio è su quest’allestimento, la presenza dell’architetto Ferdinando Fuga che si reca al Banco di San Giacomo e Vittoria a riscuotere il compenso disposto per il progetto del “Cimitero delle 366 fosse”. Nel teatro a cielo aperto del presepe, gli antichi Banchi Pubblici diventano otto piccoli palcoscenici, dove nella cosmopolita società della Napoli Capitale si riconoscono usurai, ammalati incurabili, mercanti, orfani, carcerati per debiti insoluti, giovani pericolanti, cortigiani e funzionari del dazio; e insieme con questi gli uomini, le donne e tutti coloro che si adoperarono per offrirvi assistenza sostegno e servizi. «Il presepe napoletano è una miniera inesauribile di informazioni, dati e dettagli su Napoli – spiega l’architetto Vincenzo Nicolella, direttore artistico dell’Associazione Presepistica Napoletana – un contenitore di contenitori, in cui è possibile leggere la stratificazione nel tempo della società napoletana e delle vicende che si sono alternate coinvolgendo a vario titolo ogni suo strato. È archivio tridimensionale di storia, arte, cultura, religiosità e tradizione e in quanto tale custode di un patrimonio identitario unico da custodire e valorizzare». L’analogia di approccio narrativo proprio del presepe napoletano con le tecniche di storytelling dell’ente strumentale della Fondazione Banco di Napoli “Il Cartastorie“, ha suggerito il progetto ambizioso ancorché unico del “Presepe dei Banchi”, di fatto, un particolare storytelling ambientato nel centro antico della Napoli di fine Settecento dove erano attivi gli antichi banchi Santi. Ciascuno di essi è riconoscibile nella ricostruzione di un dettaglio architettonico dell’edificio o del luogo dove operava, ma lo è soprattutto nelle composizioni delle scene, dove i soggetti svolgono azioni e assumono posture che rimandano inequivocabilmente alla missione del banco ivi rappresentato. Tra vicoli, slarghi, rampe, bassifondi, botteghe e taverne; trovano posto otto “particolari” scene di vita quotidiana, che fanno da corollario a quella della Natività con la Sacra Famiglia al riparo sotto il portale del Palazzo Ricca. Debito omaggio all’attuale sede della Fondazione Banco di Napoli.
Banchi rappresentati:
Monte e Banco della Pietà (1539-1808)
Il Sacro Monte e Banco della Pietà è il primo, per fondazione, degli otto banchi pubblici napoletani. La sua attività, come pio monte dei pegni, risale al 1539. Dopo aver variato varie volte sede, alla fine del XVI secolo, il Monte di Pietà trova la sua sistemazione definitiva nell’attuale Via San Biagio de’ Librai. Il Monte di Pietà ripercorreva la tradizione basso medievale dei Monti di Pietà nati nell’Italia centro settentrionale ad opera della predicazione dei padri francescani. A Napoli, la fondazione del monte fu soprattutto merito della predicazione dei Padri Teatini e in particolare di San Gaetano di Thiene e del beato Andrea Marinoni. La missione precipua del Monte e Banco di Pietà era quella di aiutare le vittime dell’usura e offrire un servizio di prestito di pegno più equo e caritatevole.
Monte e Banco dei Poveri (1563-1808)
Il Monte e Banco dei Poveri nacque dall’iniziativa di alcuni avvocati e uomini di legge della Gran Corte della Vicaria. Nel 1585 il Monte fu autorizzato a fare attività di banco e nel 1599 si unì, definitivamente, ad ulteriore compagnia dal carattere filantropico-religioso, la Compagnia del Santissimo Nome di Dio. Dopo una breve permanenza nelle chiese dei Santi Apostoli e di San Giorgio Maggiore il Monte dei Poveri trovò la sua definitiva sede a Palazzo Ricca, acquisito nel 1616. Opera principale del Monte era l’aiuto e l’assistenza ai carcerati per debiti.
Banco dell’Annunziata (1587-1702)
La Casa Santa dell’Annunziata offriva un servizio di deposito già dal tardo ‘400, ma la sua natura di banco pubblico fu riconosciuta nel 1587. Il Banco aveva la funzione di supportare le attività della Casa Santa. In realtà si trasformò in uno dei maggiori banchi del Regno e la sua gestione si distanziò man mano dagli obiettivi di tutela e cura degli Espositi. Nel 1702 il banco fallì e chiuse i battenti. La sua sede fu sempre contigua a quella della chiesa dell’Annunziata di Napoli.
Banco di Santa Maria del Popolo (1589-1808)
Il Banco del Popolo nacque per sostenere le attività della Casa Santa di Santa Maria del Popolo e dell’annesso ospedale degli Incurabili. Il principale compito del banco fu dunque quello di supportare finanziariamente il funzionamento dell’ospedale. Dal 1623 al 1636 il banco, che versava in un cattivo stato economico, fu gestito direttamente da rappresentati della Città di Napoli, tornando poi nel 1636 a collegarsi con la Casa Santa. La sede del Banco era in via tribunali, all’altezza della chiesa di San Lorenzo.
Banco di Sant’Eligio (1592-1808)
Il Banco di Sant’Eligio era strettamente collegato alla Casa Santa e Ospedale di Sant’Eligio. La sua finalità era quella di sostenere il funzionamento dell’ospedale e, trovandosi contiguo all’omonima basilica in Piazza Mercato, sostenere la comunità di mercanti e artigiani della zona. La sua gestione si caratterizzava per prevedere nel governo del banco un rappresentante dell’arte dei calzolai, a simbolo della partecipazione del certo mercantile e artigiano nella guida dell’istituto.
Banco dello Spirito Santo (1594-1808)
Il Banco dello Spirito Santo nasce dall’azione della confraternita dei Bianchi della Giustizia, il cui principale compito divenne quello dell’assistenza alle giovani orfani o ‘pericolanti’, cioè a rischio di condizione peccaminosa. Per questo motivo il Banco trovò la sua sede accanto al Conservatorio dello Spirito Santo, nella parte alta di Via Toledo, nella zona chiamata del Bianco Mangiare.
Banco di San Giacomo e Vittoria (1597-1808)
Il Banco fu fondato per servire l’esigenza della comunità spagnola in Napoli, collegato alle opere benefiche della Basilica di San Giacomo e Vittoria. Nel settecento il Banco divenne l’istituto di riferimento della corte borbonica e della corona, distinguendosi come Banco di Corte. Il Banco si trovava poco distante dalla detta basilica nell’attuale Piazza San Giacomo.
Banco del Salvatore (1640-1808)
Nel 1640 i gabellieri e i funzionari del dazio sulla farina ottennero l’autorizzazione a creare un proprio banco per facilitare il funzionamento del sistema fiscale a loro affidato. Il Banco, unico senza uno scopo assistenziale e filantropico, trovò la propria sede in Piazza San Domenico, a Palazzo Petrucci.