Manifesti pubblicitari disegnati da grandi artisti, cartoline, sculture, abiti e dipinti inediti realizzati a Napoli durante la Belle Époque. È quanto raccolto nel volume e nella mostra intitolati ai Grandi Magazzini. Protagonisti, commercio della moda e socialita’ a Napoli tra Ottocento e Novecento, a cura della storica dell’arte Bianca Stranieri, che si presenta venerdi’ prossimo, 6 settembre, alle 16, nella Fondazione Banco di Napoli. Parteciperanno Nadia Barrella e Giuseppe Pardini (Universita’ Vanvitelli), Maria Rosaria De Rosa (Universita’ Suor Orsola Benincasa), Marcello d’Aponte, presidente della Fondazione ILCartastorie, Orazio Abbamonte, presidente della Fondazione Banco di Napoli.
Il corpus di documenti, sottolineano i promotori, “proviene da tre archivi: Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Mele, la raccolta del collezionista e studioso Gianmaria Lembo. La mostra
e’ in partnership con la Fondazione Mondragone e accoglie rari
abiti dell’imprenditore Ugo Cilento e di collezionisti privati”.
In questo progetto, ideato da Bianca Stranieri e Silvana Musella
Guida, si racconta di una Napoli “fatta di imprenditori e di
proprietari di grandi magazzini, con oltre 200 dipendenti e di
una moda elegantissima, come documentano i cataloghi di fine
‘800, che raccolgono addirittura piu’ di cento tessuti. Moda che
diventa piu’ minimal, ma sempre chic, nel ‘900 con la
standardizzazione, che porta un notevole calo del numero di
tessuti. La moda al femminile e’ fatta di corpetti allungati, che
mettono in risalto il de’ collete’ e gonne drappeggiate. Gli uomini
non escono mai senza bastone e il loden e’ di gran moda”.
“Ho rievocato la fulgida storia del commercio dei generi di
moda a Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento – spiega la
curatrice Stranieri – attraverso l’attivita’ dei suoi
protagonisti, i Mele in testa, ben riassunta dal discorso del
sindaco Miraglia alla cerimonia per il cavalierato di Emiddio
Mele, che con questi si congratulò per aver dimostrato con i
fatti che era possibile trasformare l’economia del Paese, e che
tutti, da quel giorno, avrebbero dovuto ‘far voto’ che Napoli
diventasse ‘città del lavoro’. Parole di grande attualita’ , che
faccio mie e che devono essere stimolo per le azioni delle
attuali e future generazioni, coscienti del valore di chi di
questa citta’ ne ha fatto un’eccellenza”.
Volume e mostra sono patrocinati dalla Fondazione Banco di
Napoli e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali
dell’Universita’ Luigi Vanvitelli, guidato dal professor Giulio
Sodano, con la tutela della Soprintendenza Archivistica e
Bibliografica della Campania. La mostra e’ visitabile dal 7
ottobre al 14 gennaio.
“L’esposizione e’ stata realizzata anche con il contributo
dell’Emeroteca dell’Archivio Storico del Banco di Napoli –
sottolinea il presidente Abbamonte – ricca di piu’ di 4.000
quotidiani e periodici. La Fondazione, rendendosi promotrice
dell’iniziativa, ha inteso dare un sostegno ulteriore a una piu’
estesa diffusione di conoscenze intorno a vicende, spesso
sottovalutate, di notevole rilevanza, che hanno scandito la
storia, anche recente, della citta’ e del Mezzogiorno d’Italia,
inscrivendola in percorsi di sviluppo europei ed
internazionali”.
Il progetto ha, inoltre, coinvolto i giovani dell’Istituto
Nitti e quelli del Liceo artistico Filippo Palizzi, che hanno
organizzato una sfilata di moda e un concerto di musica classica
napoletana in tema con il volume e la mostra che vengono
presentati in anteprima nazionale.